Cannes Lions: in presenza sì, ma nel segno delle nuove tecnologie

Il Festival della Creatività di Cannes, il Cannes Lions International Festival of Creativity, ha sempre rappresentato un faro e una guida per i movimenti mondiali dell’inventiva, della pubblicità e dell’originalità.
L’edizione 2022, la 69esima della storia, andata in onda nuovamente in presenza nella celebre località della Costa Azzurra dal 20 al 24 giugno scorsi, era manifestamente carica di aspettative, come si può ben immaginare.
Lo scenario è subito apparso come quello di un Festival bisognoso di ripartire, fatto di contrasti, di richiami all’etica e di tentativi di ridurre le distanze.
Si potrebbe dire che quest’edizione è stata guidata da ciò che accadeva al di fuori del Palais du Festival.

Dall’Alfa Romeo F1 Team Stake di BOOGIE all’arte per i… tifosi

Dal tristissimo sbarco della guerra fra Russia e Ucraina alle plages iperbrandizzate

Non soltanto per la situazione legata al COVID, ma forse, ancor di più, per la guerra. Non è mancata infatti la diretta video con il Ministro della Cultura e dell’Informazione ucraino, Oleksandr Tkachenko.
Attorno al Palais, les plages sono diventate “brandizzate” per la durata del Festival con grandi stand e inviti e ristoranti; e i roof top e gli alberghi luoghi dedicati a ulteriori panel e spazi di condivisione.
Molta la tecnologia utilizzata per attrarre e creare una dimensione forse meno distante, di sicuro molto affine alle giovani generazioni.
Forte presenza di AR, Augmented Reality, e di VR, Virtual Reality, così come gli stimoli di partecipazione in formati gaming.
Quello che stava all’esterno dal Palais du Festival, quest’anno, aveva un respiro più invitante.
E questo nonostante David Droga (CEO e Creative Chairman di Accenture Song), nel suo talk carico di ottimismo e slancio verso il futuro, abbia portato un messaggio che hanno genuinamente abbracciato un po’ tutti: “No idea is too big”.
Ciò avviene in un mercato, quello della creatività distante dal periodo del Festival, in seno al quale in momenti di continue scosse e di caos dilagante si insinua spesso il virus della mediocrità come asticella di riferimento.

Il giardino si fa opera d’arte: la mostra è solo in Realtà Aumentata

La diversity e l’inclusion onnipresenti, ma al centro c’era il cambiamento climatico

I grandi temi della diversity, la diversità, e dell’inclusion, l’inclusione, sono sempre presenti, ma quest’anno un messaggio echeggiava in ogni angolo del Palais e in ogni palinsesto: il Climate Change.
Si tratta della campagna del programma di sviluppo delle Nazioni Unite #DontChooseExtinction, supportata dal Global Cinema Medium, e che ha tappezzato il Festival con Dino, la “mascotte velociraptor” apparsa sul palco durante il panel dedicato, con versi e movenze.
Se dentro c’era un Velociraptor, fuori c’era Greenpeace che scalava il Palais firmando l’azione “Ban Fossil Fuel Advertising (#banfossilads) che sicuramente ha richiamato più attenzione mediatica.
Intervento di impatto è stato quello di Bozoma Saint John (Marketing Executive della Hall of Fame e CMO di Netflix), che ha saputo richiamare tutti alla presa di consapevolezza del proprio valore e delle proprie capacità.
Trenta minuti di totale condivisione delle proprie emozioni con la platea, in un talk dal titolo “It’s Not Job Hopping, It’s Up-Skilling”.

Teatri e mondo artistico virano verso pratiche più sostenibili

Nel “Fuori Festival” le donne star nei ruoli dirigenziali di aziende e agenzie creative

Nel “Fuori Festival” sempre presente e molto forte The Female Quotient Equality, nell’atto di sensibilizzare e valorizzare le donne nei ruoli dirigenziali di aziende e agenzie creative.
Sul Roof Top del Martinez, tra panel e stanze di make-up & style, un wall of fame che non passava inosservato nella sua distesa.

Nella “Dama Svelata” gli enigmi e le trasformazioni di Raffaello

Custom Fashion AR Exhibition per un coinvolgimento totale nella cultura della moda

Scendendo dal Roof Top, non si poteva non fare visita alla location simbolo di moda e stile “La Malmaison” di Cannes, che per l’edizione 2022 del Festival ha saputo nuovamente stupire, con un’iniziativa molto coinvolgente e totalmente esperienziale.
È “Redefining the Body”, di Vogue x Snapchat, una collaborazione tra Vogue e Snap, Incorporated, e curata da Edward Enninful OBE.
Il senso di questo intervento era di dimostrare quanto la tecnologia fosse in grado di aumentare e innalzare la percezione della moda (concreta), portando addirittura a una trasformazione (amplificazione) del fashion design grazie a esperienze digitali innovative.

Nei segreti dello Zwischgold, il… nanomateriale del Medioevo

La realtà aumentata risulta decisiva per il 70 per cento degli acquirenti d’alta moda

Edward Enninful, OBE, British Editor in Chief e European Editorial Director di Vogue, ha dichiarato: “È sempre stato importante per me rendere realmente accessibili i creatori di moda a tutti. Con la Augmented Reality, in questa exhibition abbiamo invitato chiunque, al di là di ogni razza, genere, sessualità e taglia, a sperimentare e godere della grande moda”.
Ad esempio, vi è un dato importante: la convinzione di una gran parte dei consumatori, si parla del 70 per cento, che l’AR (Augmented Reality) diventi un aiuto concreto nel provare e decidere l’acquisto di un capo di moda di categoria di prezzo elevato.
Una mostra in cui sono state disegnate sette favolose room, una per ogni Brand (Balenciaga, Dior, Gucci, Kenneth Ize, Richard Quinn, Stella McCartney, Versace), in cui immergersi di volta in volta.

Dall’architettura nel Metaverso un avvenire ricco e immersivo

Una realtà parallela e un guardaroba digitale per convincere giovanissimi e snapchatters

Non soltanto uno strumento “Try before you buy”, ma la creazione di una realtà parallela, virtuale, in cui addirittura curare il proprio guardaroba digitale, modalità spesso adottata per gli acquisti più meditati.
E l’aspettativa, quasi totalizzante da parte degli utenti, di ulteriori servizi post vendita (sempre in ambiente AR), ad esempio la consulenza di abiti e accessori da abbinare con il proprio guardaroba digitale.
Indossare un capo “sulla propria pelle”, o piuttosto sulla propria immagine, convince tanto che il 66 per cento degli acquirenti dichiara di non aver riconsegnato il proprio acquisto e-commerce.
Un approccio coinvolgente che ha aperto un canale di comunicazione personalizzato e innovativi livelli di accessibilità con le generazioni più giovani, amanti allo stesso tempo di Snapchat e della moda, come ha dichiarato Evan Spiegel, Co-Founder & CEO di Snap.
“Siamo eccitati nell’accompagnare Vogue nell’empowerment di centinaia di milioni di Snapchatters nel mondo della moda digitale e dei top designers. Attraverso questa mostra, con un ampio uso della realtà aumentata, speriamo di portare nuovi livelli di accessibilità, creatività ed espressività al mondo della moda”.

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