Teatri e mondo artistico virano verso pratiche più sostenibili
Dal progetto pilota del Teatro Massimo di Cagliari all’associazione che vuole decarbonizzare il mondo dell’arte, facciamo il punto della situazione
La sostenibilità fa il suo ingresso a teatro, e non sotto forma di plot e spettacoli, ma dal punto di vista strutturale. L’arte teatrale è infatti un’impresa energivora anche a causa degli edifici in cui si va in scena, piuttosto datati.
La transizione energetica, quindi, non può e non deve prescindere dal settore artistico, che oggi mira diventare più green dal punto di vista dei consumi energetici e non solo. La parola chiave, in questo caso, è efficientamento.
E in Italia le proposte non mancano, soprattutto alla luce degli interventi previsti dal PNRR, il Piano di Ripresa e Resilienza che, per cinema e teatro, stanzia 200 milioni di Euro. Apripista è il Teatro Massimo di Cagliari, oggi progetto pilota per l’intero Paese.
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La transizione energetica passa da cinema e teatri
Quando ci si siede comodamente in platea per assistere a uno spettacolo ci si pensa poco. Eppure anche il teatro consuma energia: per le luci, per i meccanismi di scena, per gli impianti di riscaldamento e raffrescamento.
L‘efficientamento energetico, insomma, è necessario e l’Italia non ci pensa due volte. Apripista è la sardegna dove, a Cagliari, si stanno organizzando i lavori per rendere meno impattante il Teatro Massimo.
Il progetto prevede di ridurre almeno il 40% dell’assorbimento di energia elettrica e il 50% dell’impatto ambientale della struttura nella sua totalità.
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Il puntuale commento dell’assessore allo spettacolo
Non si è fatto attendere il commento di Maria Dolores Picciau, assessore alla cultura e allo spettacolo del comune di Cagliari: “Si tratta di un bellissimo risultato per la nostra città, destinata negli anni a diventare sempre più green, e per la politica inclusiva di questa amministrazione che anche in questo caso ha puntato con successo sulla compartecipazione tra pubblico e privato”.
E i risultati non si sono fatti attendere, anche in relazione al panorama europeo. Basti pensare che la città sarda si è posizionata seconda per il titolo di “Capitale verde europea 2024”, il premio che annualmente viene conferito dalla Commissione Europea alla città che più si è data da fare nel realizzare opere di salvaguardia ambientale, sviluppando un modello economico il più possibile sostenibile.
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In Sardegna il progetto pilota dedicato ai teatri
Il Teatro Massimo di Cagliari è stato oggetto di un esame tecnico-economico per valutare la fattibilità del progetto di rinnovamento: ottenuto il nullaosta dal Ministero della Cultura, sono stati destinati oltre 353 mila euro al suo efficientamento, ovvero l’80 per cento del capitale necessario alla realizzazione della ristrutturazione.
Il restante 20 per cento sarà invece a carico del Comune sardo. L’esame tecnico-economico, in particolare, è stato realizzato attraverso l’analisi energetica dell’edificio (necessaria per ogni lavoro edile volto all’efficientamento) e la progettazione di impianti che sfrutteranno le energie rinnovabili per coprire il fabbisogno dell’edificio.
E allora via libera a un impianto fotovoltaico fornito di un sistema di accumulo, la sostituzione delle pompe di calore e una completa revisione dell’impianto di illuminazione del teatro.
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Il teatro bussa, e il mondo dell’arte risponde…
Ma nel settore artistico non è solo l’universo teatrale a muoversi verso un futuro più verde.
Sono molti, infatti, gli operatori dell’arte nel suo complesso che hanno aderito alla Gallery Climate Coalition, una rete internazionale no profit che punta a raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi anche nel settore delle arti.
Scopo della coalizione è quello di sensibilizzare gli operatori di settore a lavorare per ridurre le emissioni inquinanti e climalteranti del 50 per cento entro il 2030. Chiunque lavori in quest’ambito può associarsi a Gallery Climate Coalition, a patto però di impegnarsi a dimezzare il proprio impatto sull’ambiente.
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Tutto il mondo teatrale muove verso la sostenibilità
Il teatro in Italia è sempre più attento alla sostenibilità. E quello di Cagliari è solo l’esempio più lampante di come le cose stiano cambiando velocemente.
A Milano, ad esempio, è nato EcoTeatro, la prima sala del capoluogo lombardo ad aver adottato un protocollo di gestione conforme al modello green proposto dalla Comunità Europea e dall’Agenda 2030.
Sempre a Milano, poi, si fa avanti anche il rinomato Teatro degli Arcimboldi, che quest’anno avvierà il percorso che lo porterà a redarre il suo primo bilancio di sostenibilità, un documento importantissimo che, oltre a rendicontare quanto fatto fino a oggi, è molto utile per fissare gli obiettivi di sostenibilità sia a breve che a lungo termine.
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Il calcolo delle emissioni inquinanti del comparto artistico
Ma quanto inquina il settore dell’arte? Il sito della Gallery Climate Coalition permette di calcolare il proprio impatto sull’ambiente, così da stilare un piano d’azione pratico e completo per provvedere alla diminuzione degli inquinati legati alle attività artistiche.
Il sito, oltre a offrire questo servizio, permette di dare un’occhiata anche alle best practices di chi, nel frattempo, ha già provveduto a diminuire il proprio impatto sul pianeta, nonchè di informarsi sui grandi temi legati al mondo della sostenibilità ambientale. Insomma, il potere della comunità, in questo caso, è fondamentale per dare il buon esempio.
Oggi quest’associazione no profit conta oltre 800 membri attivi provenienti da 40 paesi diversi.
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Quello appena riportato è un esempio di come ogni attività umana impatti sull’ambiente in modo considerevole. Dal consumo delle risorse alle richieste energetiche, dallo spreco idrico agli inquinanti che derivano dal mondo agroalimentare, ogni settore – compreso quello artistico – deve fare la sua parte per traghettare il pianeta verso un futuro più verde.
Anche il comparto delle infrastrutture e della viabilità non deve (e non può) essere lasciato indietro. Le strade che percorriamo tutti i giorni hanno un impatto sull’ambiente, sia dal punto di vista dei materiali utilizzati che da quello degli inquinanti rilasciati nel terreno. Sono tuttavia molte le aziende che hanno deciso di investire nel settore per studiare soluzioni più verdi nel comparto della viabilità.
Una di queste è Terra Solida, leader in materia di pavimentazioni naturali ed ecocompatibili. Fiore all’occhiello della loro ricerca sui materiali è la Terra Stabilizzata, perfetta per realizzare manti stradali performanti, drenanti, permeabili e resistenti dal punto di vista delle sollecitazioni meccaniche. Questo per dire, ancora una volta, che nessun settore deve essere lasciato indietro quando si parla di sostenibilità.
E se i teatri e il mondo dell’arte stanno facendo la loro parte, ora tocca anche alle strade che percorriamo tutti i giorni il compito di pesare meno sull’unico pianeta che abbiamo a disposizone per vivere.
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