Davide Lugli: “Vi permetteremo di sapere 'cosa c’è davvero' online”

Titolare dell’azienda Skipper e ideatore dell’applicativo Nebula, l’ingegnere carpigiano è fra i più esperti in Europa nell’analisi dei dati Web

Davide Lugli: l’imprenditore Davide Lugli è titolare e CEO dell’azienda campana Skipper nonché ideatore dell’applicativo Nebula
L’imprenditore Davide Lugli è titolare e CEO dell’azienda campana Skipper nonché ideatore dell’applicativo Nebula

Skipper, per il nome di un’azienda radicata sull’affascinante golfo di Napoli, a evocare la navigazione per mare; un viaggio in cui le acque sono dominate, anziché subite, e dove il capitano guarda fiduciosamente lontano, sapendo come armeggiare un timone, accompagnato dal 2020 da una “ciurma” di soci seri e affidabili.
Davide Lugli, classe 1976, è però un carpigiano DOC, figlio di una città operosa e del suo liceo scientifico, nonché di una laurea in ingegneria informatica conseguita all’Università degli Studi di Parma nel 2001. Nell’antica città dei Pio vive insieme alla moglie, Claudia Fontanesi, sposata nel 2010, nonché a due bassotti che considera i propri “gioielli”, Hippie di nove anni e Cleo di due.
È un gigante dell’innovazione, capace di fendere i flutti del Web come pochi, un vero e proprio “skipper digitale”, a beneficio dei suoi clienti e di una maggiore consapevolezza sulla Rete.
Oggi ha anche una piccola holding di investimenti pre-seed chiamata Digital Millers, la quale ha finanziato fuori target Hemeryne, un prodotto cosmetico per la protezione della pelle.
In mezzo c’è anche un gettonatissimo libro, che data al 2018, intitolato “Progetti Web che funzionano”, in cui Lugli spiega come sfruttare appieno le caratteristiche uniche di Internet come media, pubblicato per i tipi della Dario Flaccovio Editore di Palermo.
Tra il 2005 e il 2015, Davide ha lavorato su più di 300 progetti Web di cui un centinaio di servizi di eCommerce, al di là della fondazione nel 2020 dell’associazione “4eCom” unitamente ad altri tre partner dell’imprenditoria digitale: un sodalizio capace di aggregare allo stato attuale ben cento aziende socie.

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L’esperienza davvero non gli manca: agli inizi un’azienda di Modena che faceva alta consulenza sui grandi database, poi un crescendo rossiniano, incluso un periodo al reparto corse Ferrari e alla Whirlpool; da un’avventura investigativa a puntate costruita insieme allo studio Moskito Design di Varese dal nome “Sofia Noir”, che collezionò seimila partecipanti, alla leadership della sezione XY di Yoox, un mini team di tecnici specializzati nel realizzare software di commercio elettronico per i grandi marchi.
Dalla commercializzazione del proprio programma ShoppyDay, che permetteva ai negozi di mettere su Google Maps le offerte in vetrina, ceduto in seguito alla casa editrice della Gazzetta di Parma nel 2011, al progetto “La Campagna di Casa tua” del 2010, un sistema di consegna a chilometro zero dei frutti nostrani della natura, sei mesi prima della nascita del concorrente Cortilia, acquisito dal Consorzio Modenese dei Produttori nel 2013.
Nel 2014 la sua Competitoor.com, fondata come CEO e di cui cedette le quote un lustro più tardi, raggiunse un milione di euro di fatturato e ne raccolse settecentomila da fondi e investitori privati.
Una carriera tanto rapida e così incardinata su un elemento di innovazione come Internet merita una chiacchierata esplorativa.

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Davide Lugli: nel privato nel 2010 Davide Lugli ha sposato Claudia Fontanesi, con la quale vive a Carpi insieme ai cani bassotti Hippie e Cleo
Nel privato nel 2010 Davide Lugli ha sposato Claudia Fontanesi, con la quale vive a Carpi insieme ai cani bassotti Hippie e Cleo

Chi è realmente Davide Lugli e come descriverebbe se stesso qualora dovesse raccontarsi in terza persona a chi non lo conoscesse?
“Sono un ingegnere informatico di 47 anni, anomalo per due motivi. La prima anomalia è dovuta al fatto che sono cresciuto in una famiglia e in ambienti culturali con forti componenti umanistiche. Mio fratello insegna storia dell’arte a Stanford e l’Italia non è proprio il Paese che ti fa venire voglia di dedicarti alle materie STEM. Eppure sono da sempre stato affascinato dal digitale e dalle possibilità che offre: non avrei potuto vivere senza conoscere la programmazione informatica. La seconda anomalia è che, tolti i primi dieci anni di lavoro, quelli in cui si diventa ‘senior’ sul campo, mi sono quasi sempre occupato di product design nel Web, anziché di progettazione e programmazione. Questo mi ha portato a diventare un imprenditore nel campo dell’innovazione, cioè uno che deve cercare di guardare lontano, investire, rischiare…”.

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Che cos’è Skipper o skpr.it, la sua ultima “creatura”, e di che cosa si occupa esattamente l’azienda? Quali sono gli elementi di maggiore innovazione e modernità meritevoli di essere segnalati, soprattutto rispetto alle sue precedenti avventure imprenditoriali?
“Skipper è un radar che misura continuamente la forma, la densità, il perimetro e il contenuto del mercato eCommerce di qualsiasi settore. L’azienda raccoglie milioni di informazioni sui prodotti venduti online e le aggrega per renderle fruibili anche a persone senza competenze di analisi dati o di statistica. La modalità con cui si interagisce con i dati viene dalla geometria e dall’insiemistica, ovvero parte dal presupposto che qualsiasi offerta online ha una sua posizione unica nello spazio virtuale del Web. Così come i prodotti su uno scaffale sono ordinati per scopi commerciali, conoscendo la posizione delle offerte online si possono ottenere vantaggi in termini di posizionamento, pricing, visibilità. In una parola: è strategia”.

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Davide Lugli: nel 2018 Davide Lugli è stato l’autore del libro "Progetti Web che funzionano", pubblicato dalla Dario Flaccovio Editore di Palermo
Nel 2018 Davide Lugli è stato l’autore del libro “Progetti Web che funzionano”, pubblicato dalla Dario Flaccovio Editore di Palermo

Quali sono la mission, i valori e la visione che la sua azienda si dà?
“La nostra mission è permettere a tutti di conoscere che cosa c’è davvero online. I sistemi che abitualmente usiamo come motori di ricerca, o social network, mostrano soltanto una parte dei risultati esistenti, impongono ordinamenti, filtri, fanno scelte al posto degli utenti. Sono filtri comodi ed indispensabili per poter usufruire dei risultati, ma se qualcuno volesse vedere davvero tutto oggi non avrebbe altri strumenti, se non fare a mano campionature e unione di informazioni prese da differenti canali. I nostri valori sono incentrati sulla qualità a 360 gradi: qualità nell’ambiente di lavoro, qualità nelle relazioni interne ed esterne tra colleghi e fornitori, qualità nei servizi erogati verso i clienti, piccoli o grandi che siano. La vision è quella di una data company, un’azienda cioè che si occupa di dati, dalla loro raccolta all’erogazione. Sarà un periodo d’oro per noi quello che si sta aprendo considerato l’accesso sul mercato dei servizi basati sull’intelligenza artificiale. La qualità dei dati determinerà la qualità delle scelte e delle azioni conseguenti…”.

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Davide Lugli: l’associazione 4eCom è stata fondata da Marianna Chillau (Presidente), CEO di Marlene, Davide Lugli, CEO di Skipper, Massimo Fattoretto, CEO di Fattoretto Agency, e Roberto Fumarola, CEO di Qaplà, contando oggi su 100 aziende socie
L’associazione 4eCom è stata fondata da Marianna Chillau (Presidente), CEO di Marlene Live, Davide Lugli, CEO di Skipper, Massimo Fattoretto, CEO di Fattoretto Agency, e Roberto Fumarola, CEO di Qaplà, contando oggi su 100 aziende socie

Ci può illustrare al meglio il concetto delle mappe di rappresentazione del mercato online in Italia e il funzionamento dell’applicativo Nebula?
“Nebula è una vista semplice e allo stesso tempo molto profonda. Permette infatti di osservare la densità di offerte che si genera tra i brand e i prezzi all’interno di una categoria. Per spiegare efficacemente l’utilità del Nebula, faccio sempre questo esempio: se dico ‘Apple’ e ‘costo tra 800 e 900 euro’, di che telefono sto parlando? La risposta è l’iPhone 14, perché c’è soltanto lui che ricade all’interno di questo insieme di condizioni. L’insiemistica può sostituire l’analisi semantica nella comprensione del mercato, nel confronto tra prodotti concorrenti, nell’individuare immediatamente anomalie e spazi vuoti. Il concetto di ‘vuoto’ è l’elemento centrale delle mappe del Nebula, quindi, rispetto alle tabelle. Nelle mappe, anche cartografiche, la distanza tra gli elementi ha un significato che si perde negli elenchi e nei grafici. In Skipper riteniamo che i vuoti siamo importanti come i pieni per offrire un vantaggio competitivo ai nostri clienti…”.

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Davide Lugli: nel 2014 la Competitoor.com di Davide Lugli ha raggiunto un milione di euro di fatturato e investimenti vari per settecentomila
Nel 2014 la Competitoor.com di Davide Lugli ha raggiunto un milione di euro di fatturato e investimenti vari per settecentomila

Quali sono gli obiettivi di crescita e di espansione, sia verticali che orizzontali, che lei intende perseguire nei prossimi anni? Continuerà con Skipper a lungo dopo Corso Roma e Competitoor.com?
“La cosa più importante quando si fonda un’azienda è lasciarla libera di crescere senza dipendere da nessuno, nemmeno dal fondatore o dall’amministratore delegato. È molto difficile riuscirci, soprattutto in Italia dove il mercato è piccolo, le aziende padronali e il successo deriva spesso dalla rete di relazioni tra proprietari e manager, e non dalla qualità dei servizi erogati. Per questi limiti Skipper non può che crescere soprattutto fuori dal Paese in cui è stata fondata, ma è stata creata proprio per questo, per superare i limiti delle mie precedenti aziende ed essere SAAS, cioè un ‘Software che Funziona su Abbonamento’, tutto automatico, in qualsiasi tipo di mercato e di Paese. Oggi ne abbiamo testati nove in due Stati, Italia e Regno Unito”.

Quale è la sua definizione puntuale o la sua interpretazione autentica del concetto di “trasformazione digitale”?
“Ecco, ’trasformazione’ è una parola che mi sta particolarmente a cuore, perché implica che gli elementi costitutivi di qualcosa rimangano gli stessi, però con una combinazione, un amalgama, una forma, differenti. Auspico che tutto sia in continua trasformazione, per far evolvere un mondo e una cultura migliore della precedente, e c’è tanto da fare. La trasformazione, nello specifico verso il digitale, significa prima di tutto la scelta di introdurre in qualsiasi processo la misurabilità, con tutto ciò che ne consegue. Questo non piace dove ci sono presidi di potere inefficiente, dove chi comanda sceglie in maniera arbitraria e non basandosi sui dati…”.

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Davide Lugli: Davide Lugli ha una holding di investimenti pre-seed chiamata Digital Millers, che ha finanziato il prodotto cosmetico Hemeryne
Davide Lugli ha una holding di investimenti pre-seed chiamata Digital Millers, che ha finanziato il prodotto cosmetico Hemeryne

Quali sono i criteri che ispirano la sua gestione aziendale, cioè il tocco personale e umano che dà al lavoro?
“Tutti i miei collaboratori hanno pari dignità e meritano la stessa considerazione. Soci e apprendisti, manager e stagisti, vorrei che vivessero il lavoro giornaliero non come una serie di compiti, ma come base di una continua crescita migliorativa che porta a remare nella stessa direzione, con sempre più consapevolezza. Per questo il primo requisito per lavorare con me e in Skipper è avere sete di conoscenza. Se non ti alzi la mattina desideroso di sapere che cos’è accaduto online e non ti appassiona questa domanda, non potrai mai portare nulla di utile all’azienda”.

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Come funziona l’analisi del mercato online e dei servizi di eCommerce in generale? Quali sono i margini di sviluppo e di evoluzione di questo settore a beneficio delle imprese e dei loro clienti?
“Il 90 per cento delle aziende che dice di fare analisi di mercato con l’IA o con algoritmi, fa controlli manuali, usando trucchi meccanici o call center in Paesi con un costo orario molto basso. Faccio questo mestiere da quindici anni e so benissimo quanto il Web sia ‘sporco’, impreciso, difficile da mappare. Con Skipper abbiamo introdotto un approccio completamente nuovo che parte dalla panoramica generale fino ad arrivare all’analisi della singola offerta, ma il nostro metodo è stato prima di tutto filosofico: come si fa a monitorare qualcosa all’interno di un mercato di cui non si conosce forma e dimensioni? Senza questa conoscenza, il controllo è illusorio. Infatti, le aziende che controllano i prezzi si illudono di essere protette con i classici software di analisi, ma stanno controllando dal 3 al 5 per cento di ciò che servirebbe loro conoscere, con costi spesso maggiori del vantaggio ottenuto e con una crescita potenziale che, di fatto, non si realizza”.

Come occupa il suo tempo libero, avendo fatto dell’innovazione una sua scuola di vita?
“Sono innamorato di mia moglie, ho due bassotti e devo ancora scegliere dove andare a vivere da grande. La saggezza viene dalla capacità di meravigliarsi, come diceva Socrate. Sono d’accordo con lui: invecchiando non voglio diventare più saggio, ma più curioso. Vorrei essere ancora capace di meravigliarmi…”.

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In un’ampia accezione, quale è lo stato dell’arte dell’innovazione nel suo territorio. Che cosa manca al suo Paese e che cosa è stato invece fatto bene e meriterebbe di essere esportato all’estero?
“L’innovazione costa tantissimo, sono investimenti sul futuro. L’italia è il Paese peggiore al mondo dal punto di vista tecnico-economico per l’innovazione, perché è una Nazione anziana, con scarsissima produttività per una propensione socioculturale, con una scuola arretrata e da riformare, con lo sguardo sempre rivolto al passato e alla tutela, fino ad arrivare al ruolo centrale della famiglia, che da fondamento per la crescita individuale diventa anche un pericoloso freno al merito e alla qualità, soprattutto quando entra nelle imprese. Da esportare (e lo vediamo in termini numerici) abbiamo i cervelli e i cuori degli italiani che, cresciuti in territori scolastici ed economici difficili, quando vanno all’estero ottengono sempre successo. Non credo di avere un solo amico o collega che all’estero non abbia trovato soddisfazione”.

Come procedono nello specifico i processi di digitalizzazione e di conversione alle nuove tecnologie a Carpi, in Emilia-Romagna e in Italia?
“Siamo troppo lenti. Ho la fortuna di poter lavorare con imprese all’estero e la cosa che colpisce di più è la velocità con cui si decide e si agisce. Il rapporto è 1-10. Quello che noi facciamo in dieci giorni, gli altri lo fanno in un giorno. Cambia tutto a livello di risultati. Ora l ‘Emilia Romagna dovrebbe diventare la ‘Data Valley’, ma come è già successo alla piccola Carpi, con l’Università della Moda o con il Carpi Fashion System, questi soggetti creati a tavolino non conoscono nemmeno le aziende già presenti sul territorio dello stesso settore. Come possono pensare di diventarne il centro di coordinamento? Ancora una volta in questa intervista lo devo ripetere: non conoscere il mercato impedisce di costruire filiere e veri distretti sul territorio”.

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Davide Lugli: tra il 2005 e il 2015, Davide Lugli ha lavorato su più di 300 progetti Web, di cui un centinaio erano servizi di eCommerce
Tra il 2005 e il 2015, Davide Lugli ha lavorato su più di 300 progetti Web, di cui un centinaio erano servizi di eCommerce

Si è laureato all’Università di Parma e ha collaborato all’organizzazione di “Cibus”, la manifestazione di riferimento per il settore agroalimentare Made in Italy. Quale opinione ha della Città Ducale, sia rispetto al resto della regione, sia sui temi dell’innovazione?
“Parma è una città che amo e, come tutte le città dell’Emilia Romagna, ha sue particolarità e peculiarità dovute alla storia e all’economia che la circonda. Sono molti anni che non torno al loro campus universitario, il motivo principale per cui l’ho scelto rispetto alla grigia sede di Ingegneria a Modena. Trovavo geniale la creazione di un campus all’aperto, con fattoria, maneggio, piscina, ristoranti e alloggi fuori dal traffico urbano. Mi hanno detto che è diventato enorme negli anni. I cittadini di Parma li ho sempre visti con un grande senso di appartenenza. È fondamentale amare il luogo in cui si vive, perché così lo si continua a scoprire”.

Qual è il suo rapporto con la Svizzera? Ha legami di qualche tipo o vorrebbe averli? E perché?
“Ho fatto diversi eventi in Svizzera e sono amico del presidente del Netcomm locale, Carlo Terreni, che mi ha invitato varie volte ad aprire in Svizzera. Skipper avrebbe potuto nascere nella Confederazione. Ho fatto anche alcuni colloqui con uno studio legale, ma i tanti soci fondatori e la necessità di accedere ai primissimi finanziamenti disponibili in Italia ci hanno impedito di fare il grande salto. Skipper è un’azienda del Sud, full remote e con un’età media dei collaboratori di 28 anni. Sarà per la prossima volta, anche perché in Svizzera stanno investendo davvero tanto per diventare centrali nei settori digitali, con accordi di altissimo livello verso i giganti del Web. Davvero bravi”.

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Davide Lugli: davide Lugli, classe 1976, carpigiano DOC, si è laureato in ingegneria informatica all’Università di Parma nel 2001
Davide Lugli, classe 1976, carpigiano DOC, si è laureato in ingegneria informatica all’Università di Parma nel 2001