Nel mondo virtuale e nel nuovo Web non c'è (più)... religione

Nonostante non siano poche le Chiese che si siano avventurate nella Realtà Virtuale per riunire avatar-fedeli, probabilmente per prima una congregazione religiosa di Las Vegas nel 2018, ed ancora non manchino religiosi e parrocchie anche in Italia già molto attivi nel prestare i loro ambienti ad incontri informativi e formativi su temi digitali, nella realtà dei fatti la grande assente nel futuro del Web sarà proprio lei, la religione cristiano cattolica.
Tutto ciò non perché la Chiesa non si sia adoperata e avvicinata al mondo di Internet, ma perché i nativi digitali, affatto privi di disincanto, non contemplano tale narrazione…
La Generazione X, ovvero i nati fra il 1965 ed il 1980 nei prossimi libri di storia, sarà molto probabilmente definita l’ultima “generation” che non ha messo in discussione la propria cultura e quanto tramandato dai propri padri.
Anche il Metaverso sta servendo alla Chiesa cristiana per comunicare con i fedeli, e sono già alcune le piattaforme, fra cui anche Meta, con Horizon Venues (ad esempio) che hanno ospitato sotto forma di eventi celebrazioni religiose cristiane.

“Scambiatevi un’occhiata di pace”, e la farsa si fa tragedia

La maggior parte dei Metaversi organizzati per accogliere la musica, e con essa, anche la religione

Effettivamente le celebrazioni in musica della Chiesa cristiana, ovvero in particolare i canti, sono veramente molto coinvolgenti e il Metaverso si presta veramente molto bene alla loro diffusione e valorizzazione.
Da un punto di vista degli eventi musicali, successivamente al settore del fashion, non vi è infatti dubbio che la maggior parte dei Metaversi o spazi virtuali si sia già organizzata per fare e servire da grande palcoscenico.
La Chiesa cristiana vede nella Realtà Virtuale una grande opportunità: ricreare e ricomporre le comunità (e ne ha ben donde…) nonché avvicinare e reclutare atei da riavvicinare a Dio e alla Chiesa stessa.
In alcuni Paesi forse riuscirà nella propria missione; in altri, come l’Italia, laddove vi è un forte processo di demonizzazione culturale e delle tradizioni, sarà invece un compito arduo o che richiederà moltissimo tempo, perché la verità è che le nuove generazioni stanno già facendo comunità e aggregazione fra loro per formulare nuovi credo, nuovi mood, nuove tendenze, nuovi pensieri, nuove organizzazioni, nuovi costumi ed il tutto con un nuovo linguaggio.
Si possono dimenticare millenni di storia e tradizioni in un solo ventennio?
Che cosa potrebbe accadere ad un Paese con solide tradizioni, se molte di queste venissero ad un tratto a meno?

Benedetto e il primato della ragionevolezza sui dogmi della ragione

Un allarme economico e sociale: un processo accelerato di deculturalizzazione sta investendo l’Italia

Dalla tavola attraverso l’alimentazione sino alle religione cristiana, passando per la famiglia, il genere e i consumi.
Il processo di americanizzazione e deculturalizzazione in questi ultimi anni si sta facendo sempre più impetuoso, a tal punto che la società si è già divisa in infinite non facilmente inquadrabili parti e grandi o piccole comunità e gruppi si stanno già organizzando per conto loro.
La piaga più dannosa, lungo questo processo di deculturalizzazione, seppure ancora non si osservi pienamente, sarà contestualmente un allontanamento delle due classi sociali principali e il generarsi di nuovi estremismi, che in quanto tali non potranno che essere pericolosi.
Si tratta di estremismi basati su nuovi disagi sociali, prodotti dalla destabilizzazione culturale, dalle competizioni sui numeri di followers e like sui social, dal malessere di vivere e dall’incertezza, ed il mondo digitale, i Web e i social network e media sono diventati il luogo in cui esprimere e organizzare tutto questo disagio.

Il Metaverso dei Boomer e degli Zoomer come scenario per i brand

Una cultura destinata all’estinzione perché via via “schiacciata” dal popolo di Discord e di TikTiok?

La cultura italiana, i cui fondamenti cristiani e cattolici sono la più forte e concreta base, è a rischio di estinzione di fronte a questa nuova era fatta di algoritmi, numeri e sintetismo.
Nonostante si cerchi di descrivere le nuove generazioni (la Z e l’ultima, ovvero la Alpha) come meno individualiste e più attente ai problemi ambientali e sociali, la verità è che basta rendersi conto di che parole chiavi e da che tag sono composte le comunicazioni dei 300 milioni di utenti che comunicano fra loro tutti i giorni per ore dentro la piattaforma Discord, la più popolata in assoluto da questi giovani, insieme a TikTok, per capire a che livello di disgregazione, deculturalizzazione, pressapochismo e conflittualità andrà in contro la società del prossimo futuro, nell’illusione dell’inclusività e della cooperazione.
Lo Human Biometric Avatar si oppone alla censura, che non dovrebbe essere attuata nel Web secondo i metodi e i pensieri degli ultimi anni.
L’HBA potrebbe riportare le persone che vivono la rete per comunicare, ad essere pienamente responsabili di quello che fanno e che dicono esattamente come lo sono dal vivo.
Non ci dovrebbe più essere una distinzione fra reale e virtuale: se il Web continuerà a permettere che le persone possano vivere seconde, terze e quarte vite e doppie personalità nell’anonimato o potendo creare identità fake, non potrà mai essere un luogo accettabilmente sicuro.

L’algoritmo della stupidità sociale non è frutto dei Social

Dalla Olitec nel Belpaese un Avatar Biometrico per rispondere all’esigenza di una identità digitale sicura

“La Olitec in Italia ha brevettato da tempo l’Avatar Biometrico proprio per rispondere all’esigenza di una identità digitale sicura, reale, completa e realmente personale e propria; l’obiettivo è porre fine alla giungla delle identità digitali gestite da terzi, all’incompletezza delle stesse, alla mercificazione-furto dei dati personali e alla irresponsabilità nel Web”, spiega più volte anche durante delle audizioni parlamentari, Massimiliano Nicolini.
Il Web deve essere un luogo libero, meglio dire “per tutti”, ma non per questo un luogo dove si dia l’opportunità alle persone di non assumersi la responsabilità di quello che fanno e che dicono anche lì dentro.
La cultura nasce dalle strategie con cui si sono risolte fitte trame di problemi lungo il tempo e che, quando si consolida, diviene tramandabile.
La cultura italiana pre-pandemica ha garantito, nel limite del possibile, circa una settantina di anni di pace.
Potrà non essere più attuale, potrà essere imperfetta, ma non possiamo sapere che cosa succederà “parcheggiandola” e trascurandola così tanto: presumibilmente il caos o la guerra.

Scompare con Elisabetta II un’irriducibile Regina dell’innovazione

Algoritmi sì, contenuti pochi, e poche parole d’ordine: più veloce, più sostenibile e più economico

A parte l’obiettivo di progettare qualsiasi cosa in chiave filo-ecosostenibile, la corsa delle giovani menti è tutta improntata sul trovare l’algoritmo, il wallet di cryptovalute, il coniatore di NFT, il tracker, l’AI, il programma di sicurezza Web, l’ID, il computer quantistico, perfetti, ed il tutto per che cosa?
Perché oggi deve essere tutto più veloce, più sicuro e più economico, ovvero si devono produrre servizi e applicativi più efficienti, punto e basta…
E i contenuti, e la cultura? Se il nuovo Web è sempre più parte delle nostre vite, che vita “è” e “sarà”, fra soli numeri?
Sarà forse il Web decentralizzato un luogo oligarchico in cui solo gli sviluppatori e programmatori sopravviveranno?
Al momento è fondamentalmente così, fra una bolla e un’altra, salvo forse le opportunità offerte dalle DAO (Organizzazioni Autonome Decentralizzate), ovvero quella di creare e portare nel nuovo Web, con la loro costituzione e le community che richiedono, progetti a lungo termine decentralizzati e comunitari.

Ecco come le DAO stanno rivoluzionando aziende e start-up

Le Organizzazioni Autonome Decentralizzate e il Metaverso occasioni perdute per la nostra identità?

“Le DAO, come il Metaverso, si potrebbero prestare a diventare uno strumento per garantire e salvare una continuità culturale, seppure parziale, e creare legami forti fra il mondo decentralizzato e le intenzioni-missioni di piccole o grandi comunità di territorio e di persone”, insistono alla Olitec.
Oggi la grande maggioranza delle DAO sono dedicate al mondo DeFi, ma forse c’è chi farà di più e avrà una più ampia visione.
Vent’anni fa nasceva, dopo neanche dieci anni di Internet primordiale, la prima rete organizzata di Hacker e attivisti informatici, denominati Anonymous.
Nascevano per contrastare il sistema dentro il sistema, e con i suoi stessi strumenti.
Oggi stiamo assistendo nel Web allo sviluppo di nuovi svariati movimenti di pensiero positivo e costruttivo, ma pur crescendo fanno fatica ad avere la visibilità di cui hanno bisogno perché non si propongono come balletti su TikTok.
Il Web decentralizzato li starà sicuramente aspettando per dare loro la visibilità che non stanno riuscendo ad avere e che non troveranno nel Web 2.0 in quanto saturo, sensazionalista ed eccessivamente centralizzato…

La liberazione dalla fatica accelera l’innovazione e la conoscenza