Plastica e chimica: tutti i contorni di una relazione... "pericolosa"

Nelle plastiche ci sono oltre 10.000 agenti chimici che vengono rilasciati durante l’intero ciclo di vita di un oggetto: lo studio dell’UNEP

Chimica plastica: un pericolo nascosto
Il nuovo Report dell'UNEP: nella plastica ci sono oltre 10.000 sostanze chimiche potenzialmente pericolose (Foto: Jasmin Sessler/Unsplash)

Quando si parla di inquinamento da plastica, le prime immagini che vengono in mente sono spesso le tristi distese di rifiuti ammassate dalle correnti sulle spiagge e ai margini delle città costiere di tutto il mondo. Eppure, i pericoli vanno ben oltre quello che succede dopo che i prodotti in plastica diventano rifiuti.

Secondo un recente Report dello “United Nations Environment Programme” (UNEP), è necessario affrontare il problema dell’inquinamento da plastica tenendo in considerazione l’intero ciclo di vita dei materiali, a partire dagli elementi di cui sono composti e dagli agenti chimici che sono usati per la produzione e il trattamento degli oggetti d’uso più o meno comune.

Sappiamo bene che la plastica inquina, e quanto. Ma quali sono le sostanze effettivamente pericolose per l’uomo e per l’ambiente, tra quelle che compongono il multiforme e variegato mondo delle plastiche?

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Inquinamento chimico da plastica: le Nazioni Unite lanciano l'allarme
Nella plastica sono contenute migliaia di sostanze chimiche potenzialmente pericolose: il nuovo Report delle Nazioni Unite (Foto: Envato)

La plastica è chimica: storica risoluzione delle Nazioni Unite

Nel marzo del 2022, l’Assemblea delle Nazioni Unite per l’Ambiente (UNEA) ha adottato una risoluzione storica, in cui si chiede l’istituzione urgente di strumenti e trattati internazionali che permettano di affrontare il problema dell’inquinamento da plastica a partire da una nuova consapevolezza sulla sua portata.

Mentre siamo tutti più o meno al corrente dei pericoli rappresentati dall’inquinamento di microplastiche, sottolinea l’UNEP, c’è infatti molta poca consapevolezza riguardo all’inquinamento chimico generato dall’abbandono della plastica.

Alcune sostanze specifiche, come il temibile bisfenolo A (con cui erano per esempio realizzati i rivestimenti in resina per i contenitori alimentari, hanno nel tempo attirato l’attenzione della stampa generalista, ma secondo gli scienziati si tratta soltanto della punta di un iceberg che giace ancora in gran parte nascosto.

Come si legge nel nuovo Report dell’UNEP, la situazione è più complessa di quanto si potrebbe pensare: “Siamo in grado di dimostrare che nella plastica ci sono oltre 13.000 agenti chimici; circa un quarto di questi hanno già dimostrato di essere potenzialmente nocivi, e per circa la metà non abbiamo abbastanza informazioni”.

Si tratta di sostanze estremamente varie, spesso usate nella produzione industriale di oggetti plastici come solventi o precursori, oppure come additivi utilizzati in fase di colorazione e trattamento dei materiali.

A finire sotto la lente degli scienziati sono stati in particolare alcuni agenti chimici usati per la stabilizzazione dei raggi UV e come ritardanti di fiamma.

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Inquinamento chimico da plastica: il nuovo studio
Nella plastica non ci sono soltanto i polimeri: oltre agli additivi, ci sono anche le aggiunte di sostanze “indesiderate” nel ciclo produttivo (Foto: Chemical in Plastics: a Technical Report, UNEP 2023)

La chimica è parte integrante della storia della plastica

Gli agenti chimici nella plastica sonoun pericolo nascosto che può nuocere alla salute pubblica e all’ambiente su scala globale”, hanno affermato i co-autori del Report UNEP, Zhanyun Wang e Narain Ashta dell’EMPA (Laboratori Federali Svizzeri di Scienza e Tecnologia dei Materiali).

“Il loro uso dovrebbe essere regolato nell’ambito di trattati internazionali”, a partire dai settori che possono rivelarsi più problematici, come quello del packaging alimentare e quello dei giocattoli per bambini.

Secondo uno studio del 2020, circa il 90 per cento dei giocattoli sul mercato è fatto di plastica che potenzialmente contiene agenti chimici pericolosi che non teniamo in considerazione: quello che è successo per gli ftalati e per i residui di cadmio e piombo scoperti nei giochi prodotti tra gli anni Sessanta e Ottanta, insomma, potrebbe succedere di nuovo.

È quindi il momento di accettare le implicazioni del fatto che tutto quello che ci circonda è chimica e approcciare al problema dell’inquinamento a partire da pochi, ma chiarissimi, assunti

le sostanze chimiche sono parte integrante della plastica;

esistono 10 gruppi di agenti chimici che sono indicati come pericolosi e su cui agire in maniera prioritaria, e che sono stati individuati nella plastica usata in diversi settori (inclusi quello del packaging alimentare);

gli studi scientifici effettuati su circa 7.000 sostanze associate con la plastica dimostrano che oltre 3.200 di queste sostanze presentano proprietà potenzialmente nocive per l’ambiente e per la salute umana, a cui donne e bambini risultano particolarmente sensibili;

la plastica può rilasciare parte delle sue componenti chimiche nel corso dell’intero ciclo di vita, incluso il periodo in cui gli oggetti sono usati e dopo che sono gettati via.

Questo, secondo il Report, si traduce nella necessità di un’azione urgente che prenda in considerazione la centralità della chimica nell’iniziativa globale contro l’inquinamento da plastica.

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Inquinamento da plastica e chimica: l'allarme dell'UNEP
La produzione industriale di utensili e altri oggetti in plastica implica l’utilizzo di decine di migliaia di sostanze chimiche diverse, usate come additivi, solventi e ritardanti di fiamma (Foto: Envato)

Plastica e additivi chimici: siamo alla radice del problema

Tutte le materie plastiche sono fatte di sostanze chimiche: oltre ai polimeri, bisogna considerare i numerosi additivi che sono usati per rendere i prodotti più morbidi o colorati e le innumerevoli sostanze che inavvertitamente si mescolano con la plastica, come i solventi usati per la pulizia o le impurità che possono derivare dalle operazioni di riciclo.

Come si legge nel Report, “la produzione globale di plastica è cresciuta in maniera esponenziale dagli anni Cinquanta, raggiungendo i 460 milioni di tonnellate nel 2019 (…) e potrebbe raggiungere il miliardo di tonnellate nel 2050”.

La reale complessità, in un contesto già di per sé drammatico, è dovuta all’infinita varietà delle sostanze chimiche associate alla plastica, che possono essere rilasciate in tutte le fasi del ciclo di vita degli oggetti più comuni, e finire col compromettere anche la più virtuosa filiera di riciclo.

Il problema è avanzato da un precedente studio, pubblicato nel 2022 dal Professor Zhanyun Wang e dalla Professoressa Antonia Praetorius dell’Università di Amsterdam: “Nonostante molte sostanze chimiche possano servire agli stessi scopi, i produttori non sono stati coordinati e ciò è risultato nel fatto che plastiche di diversi marchi usino componenti chimici diversi per le stesse applicazioni”.

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Dalla chimica il problema e una possibile soluzione

Nella ricerca, che precedeva di pochi mesi la pubblicazione dell’ultimo Report UNEP, Wang e Praetorius proponevano già tre raccomandazioni piuttosto concrete su come integrare i pericoli rappresentati dalla chimica nel Trattato Globale sulla Plastica, la cui prima bozza è attesa entro l’autunno.

Per assicurare l’efficacia delle misure, scrivono Wang e Praetorius, è necessario ridurre la complessità dei polimeri usati nella produzione della plastica; assicurare la trasparenza dell’uso di agenti chimici nella plastica; predisporre i giusti incentivi per una transizione sistematica.

La stesura del Trattato Globale è un’occasione unica, ricordano gli scienziati: quella di arrivare a formulazioni di materie plastiche più semplici e standardizzate è una prospettiva assolutamente realistica, che non può essere lasciata intentata.

Per proteggere la salute umana e l’ambiente dai potenziali effetti nocivi degli inquinanti nascosti, si legge nel Report dell’UNEP, è necessario prevenire e minimizzare l’uso di agenti chimici potenzialmente nocivi nella produzione della plastica, ma anche lavorare sull’accessibilità di reali alternative alla plastica che siano sicure, sostenibili e sempre più strettamente legate a un’intenzione globale in linea con le ultime acquisizioni della ricerca scientifica.

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Chimica plastica: l’installazione realizzata da Benjamin Von Wong Productions
L’installazione realizzata da Benjamin Von Wong Productions in occasione dell’Assemblea dello United Nations Environment Programme di Nairobi (2022): in quell’occasione si decise di stilare un accordo internazionale sulla plastica (Foto: Von Wong Productions/UNEP)