Innovazioni e tutela: Ocean Cleanup per mari liberi dalla plastica

Tecnologie, ricerche e sistemi: il programma della fondazione lanciata da Boyan Slat nel 2013 per salvare gli oceani dall’inquinamento

Ocean Cleanup: Ocean Cleanup al lavoro per recuperare la plastica
Ocean Cleanup al lavoro per recuperare la plastica (Foto: The Ocean Cleanup)

Tutelare il mare e liberarlo dalla plastica: è la missione di Ocean Cleanup, una fondazione che ormai da anni sviluppa tecnologie in grado di contrastare l’inquinamento da rifiuti derivati dal petrolio negli oceani. L’organizzazione, creata da Boyan Slat nel 2013, ha dato vita a numerosi progetti e iniziative volte a risolvere un problema essenziale per la tutela del sistema marino.

Per comprendere quanto il problema sia importante basti pensare che ogni anno vengono gettati in mare ben 8 milioni di tonnellate di plastica. Il materiale impiega secoli per decomporsi, nel frattempo però si frantuma in minuscoli pezzi, la cosiddetta microplastica, che invadono i fondali degli oceani, avvelenano i pesci e, di conseguenza, anche chi li consuma.

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Ocean Cleanup: Il nuovo sistema di Ocean Cleanup
Il nuovo sistema di Ocean Cleanup (Foto: The Ocean Cleanup)

Il tema della sostenibilità è fondamentale per le attività subacquee

Il tema della sostenibilità d’altronde è essenziale per chi pratica pesca subacquea. Un sentimento profondo che dimostra il legame stretto con la Natura e il rispetto per il mare, valori fondamentali che chiunque pratichi questo sport conosce e persegue.

La questione dunque interessa tutti, non solo i Governi, ma anche le singole persone, come i pescatori sub che si trovano sempre più spesso a fare i conti con prede che hanno ingerito plastica, intossicate da un inquinamento che sembra destinato ad avanzare sempre di più. A tutto ciò si aggiunge la difficoltà di trovare un sistema che risulti efficace dopo che l’uso delle reti si è rivelato inutile e particolarmente costoso.

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Ocean Cleanup: Plastica raccolta da Ocean Cleanup
Plastica raccolta da Ocean Cleanup (Foto: The Ocean Cleanup)

Un enorme tubo galleggiante lungo 2 km e la forza del vento

Ocean Cleanup parte da un’idea differente, ossia quella di eliminare in modo definitivo la plastica dagli oceani utilizzando un metodo “passivo”. L’idea? Sfruttare le forze delle correnti e del vento. Nel 2018 è nato così il primissimo Ocean Cleanup System, un impianto costituito da un gigantesco tubo galleggiante con una forma a U e lungo ben due chilometri capace di concentrare in un solo punto la plastica, rendendo così più semplice la raccolta.

Dopo i primi test, resi difficoltosi dalle onde troppo alte e da una corrente fortissima, è stato creato un nuovo prototipo, fornito questa volta di un’àncora posizionata a 600 metri di profondità e di un particolare pannello rigido in grado di bloccare totalmente la plastica. L’impianto così realizzato in un solo mese è riuscito a raccogliere la bellezza di 5 tonnellate di plastica, battendo ogni record.

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Ocean Cleanup: Una nave di Ocean Cleanup
Una nave di Ocean Cleanup (Foto: The Ocean Cleanup)

Guerra all’inquinamento di tutti i mari partendo da quello fluviale

Il progetto di Ocean Cleanup però non si è fermato qui. Boyan Slat infatti ha voluto indagare un altro aspetto legato all’inquinamento da plastica, seguendo il percorso fatto prima di disperdersi in mare. Studi scientifici infatti hanno dimostrato che l’80 per cento dell’inquinamento marino parte proprio dai fiumi. Da qui parte la plastica che invade le acque e che rischia di non essere più recuperata.

Da qui è nato Interceptor, un progetto che ha come obiettivo quello di contrastare l’inquinamento fluviale. Si tratta di un catamarano alimentato a energia solare che intercetta i rifiuti e li incanala all’interno di un sistema, sfruttando la forza della corrente. All’interno della navetta la plastica viene suddivisa in sei contenitori che hanno la capienza di 50 metri cubi ognuno e possono raccogliere ben 50.000 kg di plastica ogni giorno.

Il lavoro instancabile di Ocean Cleanup però non si ferma qui. L’attività della fondazione infatti si è spinto ancora più in là con l’obiettivo di seguire il percorso fatto dalla plastica in acqua. Un’impresa titanica che ha consentito all’organizzazione di mappare vaste aree, monitorare il livello di inquinamento e alimentare la ricerca per proteggere gli ecosistemi danneggiati.

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Ocean Cleanup: Ocean Cleanup al lavoro nell'oceano
Ocean Cleanup al lavoro nell’oceano (Foto: The Ocean Cleanup)

Riciclo, innovazione e futuro del mare in un unicum determinante

Nell’ottica di una politica di riciclo, l’organizzazione ha scelto di riutilizzare la plastica recuperata in mare. Ogni pezzo viene etichettato, registrato e sigillato in particolari contenitori per tracciarne il percorso. Alla fine con le particelle che sono state recuperate vengono ideati degli occhiali da sole. Una volta che la plastica viene recuperata dal mare arriva in Olanda. Ocean Cleanup poi la seleziona a seconda della composizione fra plastica fibrosa e plastica dura.

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Ocean Cleanup: Plastica recuperata da Ocean Cleanup
Plastica recuperata da Ocean Cleanup (Foto: The Ocean Cleanup)

Occhiali ricavati dai troppi rifiuti del Great Pacific Garbage Patch…

Gli occhiali da sole e la custodia sono prodotti interamente con la plastica fibrosa ricavata dal Great Pacific Garbage Patch. La lavorazione prevede triturazione, lavaggio, in seguito asciugatura ed estrusione. Il ricavato della vendita è sfruttato per nuovi programmi dedicati alla pulizia dell’oceano. Un contributo importante se pensiamo che il ricavato di un solo paio di occhiali può aiutare a ripulire una superficie che equivale a 24 campi da calcio.

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Ocean Cleanup: Gli occhiali prodotti da Ocean Cleanup
Gli occhiali prodotti da Ocean Cleanup (Foto: The Ocean Cleanup)

“Rimuovere il 90 per cento della plastica galleggiante entro il 2040”

Vogliamo rimuovere il 90 per cento della plastica galleggiante entro il 2040”, ha annunciato un portavoce dell’organizzazione che ora punta tutto su System 003, una enorme barriera di reti e galleggianti, lunga 2,5 chilometri, più efficiente e grande rispetto alle versioni precedenti.

“Quando si tratta di pulire gli oceani, le dimensioni contano”, hanno spiegato i responsabili di Ocean Cleanup in un comunicato. “Sistemi più grandi significano meno navi di supporto, che sono il principale fattore di costo e la principale fonte di emissioni di carbonio nelle nostre operazioni”.

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Ocean Cleanup: I ricercatori di Ocean Cleanup al lavoro
I ricercatori di Ocean Cleanup al lavoro (Foto: The Ocean Cleanup)