Economia circolare: gli scarti industriali diventano mobili eco-chic
Così la startup francese Maison Tournesol trasforma i rifiuti locali del settore edile in arredi moderni a impatto (e chilometro...) zero
“Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma”. Se Antoine-Laurent de Lavoisier fosse vissuto in epoche più recenti, avrebbe sicuramente trovato una correlazione tra la sua celebre citazione e l’economia circolare, dimostrandone la validità non solo nel campo della chimica moderna, ma anche nell’ambito dell’innovazione sostenibile.
Per fortuna ci ha pensato qualcun altro ad applicare questo principio ai beni di consumo. Una startup francese ha deciso di dare una nuova vita ai rifiuti del settore edile per trasformarli in pezzi unici di arredamento, ecologici e personalizzati.
Una scelta che fa bene al pianeta, perché riduce drasticamente l’impatto ambientale dei mobili realizzati, e promuove l’economia circolare, al centro delle politiche dell’Unione Europea per ridurre le emissioni di gas serra. Approfondiamo…
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“Rifiuti? No, materiali!”: è l’intuizione della maison di Tolosa
Per comprendere l’impatto del lavoro portato avanti da Maison Tournesol, è necessario partire da alcuni dati.
Ogni anno nel mondo vengono generate oltre 650 milioni di tonnellate di rifiuti derivanti da materiali edili. Nel contesto dell’Unione Europea, i rifiuti provenienti dal settore edile rappresentano più di un terzo di tutti i rifiuti prodotti e contribuiscono a circa il 40 per cento delle emissioni di anidride carbonica.
Questi rifiuti includono materiali come cemento, mattoni, legno, vetro, metalli e plastica, che sono essenzialmente i sottoprodotti delle attività di costruzione e demolizione di edifici e infrastrutture, nonché della progettazione e manutenzione delle strade.
In questo contesto, un collettivo di cinque architetti e “upcycler” (ovvero coloro che trasformano oggetti dismessi in nuovi prodotti di valore) di Tolosa ha deciso di agire e ha fondato la Maison Tournesol. Oltre a progetti di architettura green, il collettivo ha creato anche una collezione di mobili decisamente fuori dal comune.
I mobili Tournesol, il cui nome significa “girasole” in francese, vengono realizzati esclusivamente utilizzando i rifiuti provenienti dall’industria edile locale. Questi rifiuti vengono accuratamente raccolti e sottoposti a un processo di ricondizionamento per creare mobili funzionali, resistenti e dal design minimalista.
La scelta di utilizzare i rifiuti dell’industria edile locale non solo riduce l’impatto ambientale legato al trasporto dei materiali, ma contribuisce anche a sostenere l’economia locale. Maison Tournesol infatti recupera i materiali in un raggio di 150 km e i subappaltatori in un raggio di 50 km.
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“Come architetti, lo abbiamo visto con i nostri occhi: il settore delle costruzioni e dei lavori pubblici produce ogni anno in Francia l’equivalente del peso di 20.000 Torri Eiffel, oltre 200 milioni di tonnellate, di rifiuti. Inoltre, da solo estrae più del 50 per cento delle risorse naturali del mondo”, spiegano da Maison Tournesol.
E allora via a materiali come alluminio composito, recuperato dai rivestimenti degli edifici commerciali e dalle insegne, per creare scaffali leggeri; ferrocemento di scarto da aziende locali che producono cemento armato per creare la struttura portante; pannelli di laminato HPL, resistenti e praticamente impossibili da riciclare, che Maison Tournesol recupera dalle imprese di demolizione per trasformarli in eleganti vassoi.
C’è la “Zero Collection”, zero emissioni, zero rifiuti e zero fatica, “uno scaffale senza compromessi sia nel contenuto che nella forma. Senza chiodi o viti, c’è solo da dispiegare la struttura e posare i ripiani”, spiegano i designer. La Zero Collection è disponibile in cinque moduli, assemblabili grazie a piccoli connettori in plastica riciclata.
E poi la Mono Collection, creata con tondini di rinforzo riciclati che riprende i grandi classici delle scaffalature e dei ripiani. Ma non solo: l’azienda è a disposizione per realizzare progetti di design personalizzati, sempre partendo da materiali di scarto.
“Ci siamo detti che per avere un vantaggio competitivo, perché è molto difficile iniziare quando si è un giovane architetto o un giovane designer, avevamo bisogno di avere qualcosa che rispondesse ai problemi del nostro tempo, quindi in questo caso alla futura carenza di energia e di materiali”, ha dichiarato il co-fondatore di Maison Tournesol, Francois Bois, alla stampa francese.
“Ci siamo detti: bene, ci concentreremo sul riuso e sull’economia circolare e questo sarà il nostro cavallo di battaglia come Tournesol”.
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Riciclo, riuso, riparazione: le aziende sposano la sostenibilità
L’economia circolare propone una rottura con il tradizionale modello lineare di produzione e consumo, in cui si estraggono le risorse, si producono beni e si eliminano i rifiuti. Promuovendo un sistema in cui i materiali e le risorse vengono mantenuti in circolazione il più a lungo possibile attraverso il riciclo, il riutilizzo e la riparazione, l’economia circolare si propone di ridurre l’utilizzo delle risorse naturali, minimizzare gli sprechi e limitare l’impatto ambientale dei processi produttivi.
L’Unione Europea ha riconosciuto l’importanza dell’economia circolare e ha stabilito diversi obiettivi ambiziosi nell’ambito del suo Piano d’Azione per l’Economia Circolare. Uno di questi è il raddoppio del tasso di utilizzo dei materiali circolari, che misura la percentuale di materiali riciclati o riutilizzati rispetto all’utilizzo totale dei materiali. Allo stesso tempo, l’UE mira a dimezzare i rifiuti residui, promuovendo la riduzione e il riciclo dei rifiuti in tutti i settori.
È incoraggiante constatare che un numero sempre maggiore di aziende private, appartenenti a una vasta gamma di settori, stanno abbracciando concretamente i principi dell’economia circolare.
Che si tratti di aziende specializzate nella produzione di oggetti di design come Maison Tournesol o di imprese che realizzano pavimentazioni ecocompatibili utilizzando materiali riciclabili come Terra Solida, questa crescente tendenza dimostra che l’economia circolare è molto più di una teoria: è una realtà tangibile che sta trasformando il modo in cui le aziende operano e interagiscono con l’ambiente circostante.
Anche se lentamente, ci avviciniamo sempre di più a un futuro in cui economia e ambiente lavorano in perfetta armonia, dando vita a un circolo virtuoso in cui nulla viene sprecato e tutto si trasforma.
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