Alberi e piante al posto dei parcheggi in città: lo studio su “Nature”

Alberi e piante al posto dei parcheggi in città: lo studio su “Nature”

Le Nature-based Solution possono rendere i nostri centri abitati più resilienti al cambiamento climatico: uno studio scientifico avvalora la tesi

Parcheggi e aree verdi
Sostituire ai parcheggi ampie aree verdi consente alle città di diventare più resilienti, dando loro la possibilità di adattarsi ai cambiamenti climatici (Foto: iStock)

Si chiamano Nature-based Solution (NBS) e il loro potenziale è enorme, soprattutto in città. Centri urbani e megalopoli, infatti, devono lavorare per tornare a essere vivibili e ospitali, adattandosi alla crisi climatica e mitigandone velocemente gli effetti negativi.

Compito dell’ecologia è diventare inclusiva, anche nei luoghi più “umani” per definizione: città e natura devono imparare a convivere. In passato, infatti, la natura è stata letteralmente spazzata via dai luoghi abitati dell’uomo o, al massimo, compartimentata in aree ben specifiche.

Oggi le cose devono necessariamente cambiare, soprattutto per rendere più resilienti i luoghi in cui viviamo. Una ricerca pubblicata su “Nature” ci suggerisce che anche strade e parcheggi possono candidarsi ad accogliere l’elemento naturale: rendendo lo spazio più efficiente, è infatti possibile liberare intere aree per destinarle ad alberi, fiori, siepi e arbusti.

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Illustrazione del case study di Nature sulla riconversione dei parcheggi in aree verdi
I parcheggi su strada vicini ai garage con posti liberi vengono identificati e riassegnati; i parcheggi stradali in esubero vengono poi sostituiti da spazi verdi biodiversi forniti di un albero stradale (1), risorse di habitat come le piante del sottobosco (2), l’infiltrazione delle acque piovane grazie a un progetto di “raingarden” (3) e l’effettiva depavimentazione dell’area del parcheggio (4); i benefici di questo cambiamento nell’uso del suolo nella città di Melbourne sono stimati in termini di chioma di alberi, connettività ecologica, intercettazione e trattamento dei flussi di acqua piovana e area totale di asfalto impermeabile rimossa (Foto: Nature)

Che cosa sono le Nature-based Solution

Ma prima di scoprire le tesi esposte nella ricerca pubblicata su !Nature”, è bene fare un passo indietro per capire meglio cosa sono le Nature-based solution. Il concetto è piuttosto recente ed è stato menzionato per la prima volta nel 2015 dalla Commissione Europea, che le definisce così:

“strumento utile a perseguire obiettivi quali l’incremento della sostenibilità dei sistemi urbani, il recupero degli ecosistemi degradati, l’attuazione di interventi adattivi e di mitigazione rispetto ai cambiamenti climatici e il miglioramento della gestione del rischio e l’implementazione della resilienza. Per l’Iucn (Unione Europea per la Conservazione della Natura) le Nature based Solutions sono anche azioni per proteggere, gestire o ristrutturare gli ecosistemi in un modo sostenibile, che forniscono vantaggi per il benessere umano e per la biodiversità”.

Concretamente, si tratta principalmente di azioni volte al miglioramento, all’ampliamento e alla valorizzazione delle aree verdi che, complessivamente, possono portare con sé vantaggi ambientali, sociali e di efficienza energetica. In parole povere, le NBS hanno un grande potenziale di portare i cosiddetti servizi ecosistemici anche in città.

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Nature based solution: i vantaggi per le città
L’infografica realizzata dalla Commissione Europea evidenzia i vantaggi che le soluzioni basate sulla natura portano con sé se applicate nei centri urbani (Foto: Commissione Europea)

La natura entra anche nei parcheggi

In qualsiasi città i parcheggi occupano una parte considerevole della superficie urbana.

E nell’immaginario collettivo non c’è nulla di più lontano dalla natura di un parcheggio. E se non fosse così?

Lo studio pubblicato su “Nature” ha preso in oggetto la città di Melbourne, dimostrando che la metà delle auto ospitate nei parcheggi stradali può essere indirizzata in specifici garage localizzati a massimo 200 metri dai parcheggi esistenti, liberando così ampie aree da destinare al verde pubblico e alla sua cura.

I vantaggi che ne derivano sono molteplici: aumento degli alberi, miglioramento del recupero delle acque meteoriche, regolazione del microclima e così via.

E poiché, come si legge nello studio, molte città nel mondo funzionano allo stesso modo (ampi parcheggi su strada accompagnati dalla limitrofa presenza di altrettanti garage), l’approccio suggerito può essere applicato a molte municipalità, che riusciranno così a “liberare” spazio per la natura, facendola tornare finalmente in città.

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Alberi e piante: un esempio di parcheggio paesaggistico proveniente dalla Cina
Un esempio di parcheggio paesaggistico proveniente dalla Cina
(Illustrazione: Lin Chen Zan)

Che cos’è successo alle nostre città?

Le città crescono e conseguentemente aumenta il bisogno di spazio.

Al contempo diminuiscono gli spazi verdi privati che, però, non vengono rimpiazzati da corrispettive aree verdi pubbliche: in pochi anni le nostre città sono diventate una colata di cemento in cui la biodiversità non sembra essere la benvenuta.

E la mancanza della natura si è fatta sentire, portando con sé conseguenze di cui tutti noi facciamo esperienza: allagamenti, alluvioni e isole di calore in estate sono oggi fenomeni all’ordine del giorno. La crisi climatica, insomma, è ben evidente davanti ai nostri occhi e la necessità di combatterla diventa urgente anche nei centri urbani.

Eppure oggi si è fatto ben poco per creare un cambio di rotta, destinando quindi un uso diverso del suolo, oggi occupato interamente da edifici, strade, cemento e asfalto.

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Alberi e piante: anche il Massachusetts fa i conti con il caldo estremo
Anche il Massachusetts fa i conti con il caldo estremo, ed è una novità portata dalla crisi climatica: in estate si verifica, infatti, il fenomeno delle isole di calore, che trasformano alcune zone della città in veri e propri hot spot (Foto: Sean Pavone/iStock)

Quando spazio occupano le strade in città?

Lo studio pubblicato su “Nature” si è concentrato principalmente sui cosiddetti paesaggi stradali, perché a essi è destinata un’ampia percentuale della superficie urbana. Un po’ di dati ci faranno comprendere meglio la situazione.

Le strade occupano il 26 per cento della superficie di Melbourne, Cape Town e Sidney; il 30 a Londra, Barcellona, Hong Kong e New York. Il 21% di queste strade, a Melbourne, è destinato ai parcheggi, il 28 per cento a Vienna.

In molte città come Melbourne, ai parcheggi su strada si accompagna la presenza di parcheggi liberi in garage, richiesta da diversi regolamenti cittadini callorquando vengono edificati nuovi edifici commerciali o residenziali.

“Nature” stima che, solo nella città australiana, sono presenti ben 4 milioni di metri quadrati di garage, che potrebbero quindi accogliere gran parte le auto parcheggiate in strada.

E la natura, in ogni sua forma, potrebbe finalmente prendere possesso di questo spazio “liberato”, tornando infine a convivere con gli esseri umani, anche in città.

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New York vista dall'alto
A New York il pasaggio stradale occupa il 30% circa di tutta la superficie della città (Foto: Frankreporter/iStock)

I miglioramenti attesi per il tessuto urbano

Il case study presentato sulla rivista “Nature” pone anche l’accento sulle specie utilizzate per la riconversione dei parcheggi.

Le specie autoctone e adatte al contesto a cui sono destinate, oltre a migliorare la connettività ecologica contribuiscono ad attrarre specie animali presenti nella zona, ovvero gli uccelli dei boschi e gli insetti impollinatori.

Questo contribuisce ad accrescere la biodiversità cittadina a migliorare la sicurezza alimentare. L’aumento delle aree verdi, poi, consente di dar vita ai cosiddetti “rain garden”, zone perfette per accogliere le acque meteoriche facendole defluire correttamente nel terreno, evitando conseguentemente allagamenti o, peggio, alluvioni.

Il verde, inoltre, contribuisce a combattere il fenomeno delle isole di calore, riducendo così la mortalità degli abitanti della città.

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Alberi e piante: una rappresentazione grafica dell'isola di calore urbana
Una rappresentazione grafica dell’isola di calore urbana: durante il giorno edifici e zone asfaltate assorbono le radiazioni solari, il cui calore è poi rilasciato nelle ore notture. Il risultato? Le aree urbane sono costantemente più calde rispetto alle zone rurali o periferiche (Immagine: Valentina Kruchinina/iStock)

La sostenibilità oggi viaggia su strada…

Lo studio di “Nature” dà nuove speranze alle arterie cittadine in relazione alla loro co-esistenza con l’elemento naturale. Ma molto può essere fatto non solo a margine di strade e parcheggi, ma anche in termini di pavimentazioni.

Le pavimentazioni naturali, permeabili e drenanti e, soprattutto, riciclabili, permettono di dare una nuova veste ecologica alle nostre città, senza per questo perdere di funzionalità, resistenza e durabilità. Sono molte le aziende che si muovono in questa direzione, e Terra Solida è uno dei leader di mercato: si occupa infatti di realizzare strade naturali ed ecologiche che, vivendo perfettamente a contatto con il terreno vegetale, diventano una vera e propria seconda pelle: oltre a non inquinare, permettono alle acque meteoriche di infiltrarsi con facilità, così da essere poi disperse nel terreno sottostante in modo totalmente naturale.

Queste soluzioni, poi, consentono di realizzare parcheggi integrati col paesaggio. Questo singolo esempio ci mostra che anche l’innovazione tecnologica, se ecocompatibile, può viaggiare al fianco delle Nature-based Solution, oggi necessarie per rendere resilienti le città in cui viviamo.

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Un parcheggio realizzato da Terra Solida
Un parcheggio realizzato con le pavimentazioni naturali di Terra Solida: permette all’acqua di infiltrarsi naturalmente nel terreno, incontrando così il principio dell’invarianza idraulica (Foto: Terra Solida)