Martin Eichler: “16,3 miliardi per cattura e stoccaggio del carbonio”

Uno studio del capo economista di BAK Economics ha stimato il costo del principale sforzo svizzero per la neutralità climatica entro il 2050

Cattura e stoccaggio del carbonio: Martin Eichler è capo economista di BAK Economics AG
Martin Eichler è capo economista di BAK Economics AG (Foto: Flughafen Zürich AG)

La Svizzera raggiungerà l’obiettivo di neutralità climatica? C’è chi più di altri ha le capacità, le competenze e le informazioni per azzardare una risposta, proiettandosi davanti a sé almeno di un quarto di secolo.
È Martin Eichler, capo economista di BAK Economics AG, rinomato istituto economico di ricerca basilese, con sedi distaccate anche a Berna, la capitale, e a Manno, in Ticino.
Proprio con l’autore dello studio innovativo intitolato “Valutazione dei costi di un sistema di Cattura e Stoccaggio del Carbonio (CCS) per la Svizzera fino al 2050”, commissionato appositamente dall’Ufficio Federale dell’Ambiente, abbiamo esaminato il cammino che la Confederazione Elvetica sta intraprendendo per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica.
L’analisi di BAK Economics fornisce informazioni chiave sulla fattibilità della CCS nella Nazione alpina, mettendo in luce le sfide e le opportunità che si presentano.
Ma la domanda centrale rimane: la Svizzera ha effettivamente la possibilità di diventare climaticamente neutrale entro il 2050?
Secondo il sesto Rapporto di Valutazione datato 2022 dell’Intergovernmental Panel on Climate Change, il foro scientifico formato nel 1988 allo scopo di studiare il riscaldamento globale da due organismi dell’ONU come l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e il Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente, il rispetto degli obiettivi di 2 e 1,5 gradi centigradi di temperatura è virtualmente impossibile senza l’utilizzo di misure per la rimozione e lo stoccaggio attivo di CO2 (“Carbon Capture and Storage”, in sigla appunto CCS).
Queste ultime sono necessarie a tutti i Paesi affinché raggiungano i propri obiettivi “green”, in particolare la neutralità climatica entro il 2050.
La pianificazione attuale prevede che circa sette milioni di tonnellate di anidride carbonica l’anno, provenienti da fonti puntuali in Svizzera come gli impianti di incenerimento dei rifiuti e i cementifici, vengano catturate e stoccate in modo permanente all’interno del Paese rossocrociato entro la metà del secolo.
Per raggiungere questi obiettivi, la Svizzera deve creare le condizioni quadro necessarie entro il 2030, cioè con una ventina d’anni d’anticipo, per poter poi raggiungere gli obiettivi fissati. E BAK Economics ha indagato il tema…

Il rapporto “Carbon Capture & Storage (CCS) – Kostenschätzung für ein CCS-System für die Schweiz bis 2050” (in lingua tedesca)

Cattura e stoccaggio del carbonio: il CCS nel futuro della Svizzera
Cattura e Stoccaggio del Carbonio (CCS) nel futuro della Svizzera
(Foto: BAK Economics AG)

Può spiegare innanzitutto che cos’è la CCS e perché è importante anche per la Svizzera?
“La CCS è una metodologia per raggiungere la neutralità climatica anche se ci sono alcune emissioni di CO2 che non possono essere evitate. Il Sesto Rapporto di Valutazione del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico afferma chiaramente che sarebbe ‘quasi impossibile’ raggiungere gli obiettivi climatici per il 2050 senza tecnologie come la CCS. Ciò è riconosciuto anche dal Consiglio Federale: le ambizioni della Svizzera sono di catturare e immagazzinare in modo permanente circa sette milioni di tonnellate l’anno a partire dal 2050, che sono considerate inevitabili ed emergono da una fonte puntuale come un impianto di incenerimento dei rifiuti o la produzione di cemento”.

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Cattura e stoccaggio del carbonio: tetto di fiori selvatici su una struttura a emissioni zero di carbonio
Tetto di fiori selvatici su una struttura a emissioni zero di carbonio

Qual è l’obiettivo dello studio che ha presentato allo “Swiss Green Economy Symposium”?
“La costruzione di un sistema di cattura e stoccaggio del carbonio per la Svizzera richiede ingenti investimenti. Una stima dei costi associati alla costruzione e al funzionamento di un’infrastruttura CCS è una pietra miliare fondamentale per la definizione delle condizioni quadro. Per stimare questi costi, abbiamo sviluppato un ipotetico sistema Carbon Capture and Storage per il nostro Paese, basato sui valori di riferimento della pianificazione del Governo e sulla letteratura più recente. In una dettagliata modellazione bottom-up, abbiamo stimato insieme al nostro partner della DENA (l’Agenzia Tedesca per l’Energia, ndr) i costi completi della CCS per la Svizzera a partire dal 2028, anno in cui verranno effettuati i primi investimenti, fino al 2050, quando il sistema catturerà e stoccherà 7 milioni di tonnellate di CO2 l’anno”.

Quali spese dovrà affrontare la Svizzera per dotarsi di un sistema di cattura e stoccaggio del carbonio?
“Per il periodo dal 2028 al 2050, i costi totali cumulativi del sistema CCS ammontano a 16,3 miliardi di franchi. Con 9,2 miliardi, la quota maggiore di questi costi, circa il 56 per cento, è attribuibile alla cattura della CO2 nei siti di emissione. La costruzione e la gestione di una rete nazionale di gasdotti per il trasporto ammonteranno al 30 per cento delle spese totali, mentre gli altri elementi di costo, gli altri trasporti, via treno, nave e all’estero, e lo stoccaggio, hanno un’importanza minore. Quasi un terzo delle spese complessive, il 31 per cento, è necessario per gli investimenti in infrastrutture. Le risorse finanziarie rimanenti sono assorbite per il funzionamento del sistema. Qui il costo dell’energia necessaria per la separazione e il trasporto è una parte sostanziale”.

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Come è possibile una stima così precisa?
“Naturalmente, sebbene la stima fornisca una cifra piuttosto precisa, vi sono numerose incertezze. Analizzando i rischi nella stima dei costi che abbiamo utilizzato, concludiamo che c’è una larghezza di banda più o meno di circa il 30 per cento del costo totale che sembra realistica. Naturalmente, agli estremi, ciò significa che i costi potrebbero variare tra 11,2 e 21,4 miliardi di franchi. Esistono anche rischi tecnici e politici che si ripercuotono sul costo totale. Dallo scenario analizzato risulta che un ritardo nella costruzione del gasdotto potrebbe far lievitare notevolmente i costi: se prendiamo in considerazione le spese di evitamento, il costo medio per tonnellata di CO2 in CCS fino al 2050, essi potrebbero da un lato salire dai 180 franchi del nostro scenario di base fino a 196 franchi per tonnellata di anidride carbonica. D’altro canto, soluzioni tecniche particolarmente specifiche riguardanti il riutilizzo delle energie di processo potrebbero abbassarli a 149 franchi”.

La Svizzera raggiungerà i propri obiettivi climatici entro il 2050?
“Non lo so! Ma sono convinto che sarà possibile, dobbiamo però agire prima di tutto in fretta e poi in modo diversificato: dobbiamo sfruttare tutti i tipi di opportunità e misure per raggiungere questo obiettivo. Ciò include approcci tecnici come la CCS, ma anche la riduzione del consumo di energia e la sostituzione delle fonti energetiche con fonti sostenibili”.

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