La start-up kenyota che trasforma i rifiuti in plastica in freezer

Kuza Freezer è l’innovativa azienda di Mombasa che costruisce congelatori per i pescatori locali a partire dagli scarti raccolti in spiaggia

Congelatori off-grid per i pescatori africani
I fondatori di Kuza Freezer, Dennis Onkangi e Purity Gakuo, con uno dei loro congelatori (Foto: Kuza Freezer/Facebook)

Le spiagge e i corsi d’acqua di Mombasa, la seconda città più grande del Kenya, soffrono ormai da anni per l’accumulo di tonnellate di rifiuti in plastica. Si stima che soltanto in città, una metropoli da oltre un milione e mezzo di persone, siano prodotte ogni giorno più di 80 tonnellate di immondizia, di cui circa il 20 per cento è costituito da rifiuti in plastica.

Una start-up locale, però, ha trovato il modo per utilizzare parte di quegli scarti e trasformare i rifiuti in plastica in oggetti estremamente utili alla popolazione della città africana. Kuza Freezer, questo il nome dell’azienda nata nel 2020, acquista la plastica raccolta dalle spiagge di Mombasa e la utilizza per la produzione di piccoli congelatori che permettono ai pescatori locali di poter mantenere fresco il pescato che altrimenti andrebbe perso.

La sostenibilità nel mattone che avvicina il Kenya al Ticino

Kenya: congelatori portatili per salvare il pesce appena pescato
Un pescatore kenyota mostra il Kuza Freezer installato efficacemente sulla sua barca da pesca (Foto: Kuza Freezer/Facebook)

Kenya: i rifiuti in plastica diventano congelatori per il pesce

I Paesi del Sud globale sono spesso la destinazione finale dei rifiuti prodotti nel resto del mondo: l’inquinamento da plastica, in questo senso, è forse la problematica più evidente. Per comprendere le dimensioni del fenomeno basta guardare l’evoluzione del fiume Mtopanga, alla periferia della città di Mombasa, che un tempo forniva acqua potabile alla popolazione ed era largo oltre cinque metri.

Oggi quel fiume è ridotto a un ruscello ingrigito, costretto in un angusto canale da un argine composto da strati e strati di immondizia, in buona parte di plastica. E questo avviene anche su spiagge e strade, spesso causando blocchi ai sistemi di drenaggio dell’acqua piovana, con conseguenti allagamenti che coinvolgono senza distinzione case, scuole e moschee della città kenyota.

C’è però chi ha trovato il modo per trasformare una vera e propria crisi ambientale e sociale in un’opportunità per il benessere della popolazione locale e per la salute del pianeta: la start-up Kuza Freezer, fondata nel 2020 dall’allora venticinquenne Purity Gakuo, acquista i rifiuti in plastica raccolti sulle spiagge di Mombasa per produrre congelatori che funzionano a energia solare e che possono essere utilizzati per prolungare la freschezza di uno dei prodotti più importanti dell’economia kenyota: il pesce.

Cent’anni di surgelazione e di innovazione nell’industria alimentare

Kuza Freezer, molto di più di un congelatore
Purity Gakuo, fondatrice di Kuza Freezer, posa insieme a uno dei congelatori prodotti a partire dai rifiuti in plastica (Foto: Kuza Freezer/Facebook)

Kuza Freezer, una catena del freddo accessibile e off-grid

Secondo la Food and Agriculture Organization, nell’Africa subsahariana vivono oltre 12,3 milioni di pescatori artigiani. Oltre la metà di loro non ha accesso alla rete elettrica, e circa il 45 per cento del loro pescato finisce sprecato a causa della mancanza di servizi di conservazione frigorifera accessibili off-grid ed economicamente convenienti.

Alcuni pescatori, si legge sul sito della start-up Kuza Freezer, sono costretti ad essiccare il pesce per poterlo conservare, perdendo molto del loro guadagno (al mercato locale il pesce essiccato vale circa la metà di quello fresco). L’azienda, con sede a Mombasa, nasce proprio per offrire alla comunità locale la possibilità di accedere a una catena del freddo funzionale ed economica: i congelatori sono alimentati da pannelli solari e possono essere facilmente installati su imbarcazioni e motociclette, senza bisogno di collegamenti alla rete.

Con una carica di due ore possono funzionare fino a 7 ore, permettendo ai pescatori, ma anche a venditori di pollame, latte e ghiaccio, di conservare i propri prodotti più a lungo, evitando così grossi sprechi di risorse.

Il nostro obiettivo è fornire soluzioni di conservazione del freddo alle piccole imprese della catena del valore del pesce”, spiega la giovane imprenditrice Purity Gakuo, CEO di Kuza Freezer, ad “Africa News”, “consentendo loro di migliorare in modo sostenibile il proprio reddito e di ridurre le perdite post-raccolto”.

Il primo problema è quello della sicurezza alimentare derivante dalle perdite di cibo”, commenta Nickson Otieno, CEO di una società di consulenza sulla sostenibilità con sede a Nairobi, “produciamo alimenti deperibili, ma non abbiamo infrastrutture sufficienti per consegnarli in tempo ai consumatori finali quando sono ancora freschi”.

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Kenya: congelatori solari dai rifiuti in plastica
I congelatori realizzati dai rifiuti in plastica funzionano a energia solare, e permettono di freddare il pesce anche “on the move” (Foto: Kuza Freezer/Facebook)

Preservare i mezzi di sussistenza della popolazione locale

In tre anni di attività, Kuza Freezer ha consegnato più di 350 macchine ai clienti. I prodotti sono diversi: ci sono i congelatori statici da posizionare a bordo dei pescherecci, quelli “fissi” da installare all’interno dei locali commerciali e c’è anche un piccolo freezer da 70 litri che può essere montato sul retro di una moto, che a quanto pare è molto apprezzato dai pescatori locali.

I congelatori realizzati con la plastica raccolta dalle spiagge di Mombasa sono venduti al prezzo di 100.000 Ksh, corrispondenti a circa 650 euro, che include l’installazione e la formazione sull’utilizzo del macchinario. Inoltre, la start-up equipaggia i singoli freezer con un dispositivo di tracciamento che permette di verificare in tempo reale se sono necessarie eventuali riparazioni.

Avendo interagito con i piccoli pescatori per oltre 8 anni, abbiamo scoperto che le perdite di pesce post-raccolta, dovute alla mancanza di accesso a una conservazione a freddo a prezzi accessibili e di accesso a un mercato migliore, erano alcuni dei principali punti dolenti delle loro attività quotidiane”, spiega Gakuo.

Abbiamo sentito la responsabilità di colmare il gap della catena del freddo e di migliorare le condizioni di vita di questi produttori ittici”, conclude l’imprenditrice, che nel 2022 ha conquistato il titolo di “Giovane Imprenditrice Globale dell’Anno” da Youth Business International e nel 2023 è entrata nella prestigiosa top dei 40 migliori imprenditori under 40.

Lo scopo di questa tecnologia non è soltanto preservare il pesce, spiega Gauko: si tratta di preservare i mezzi di sussistenza e promuovere la crescita economica delle nostre comunità.

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