Rifiuti tessili e riciclo: la lezione dello stilista Yuima Nakazato

Il fashion designer giapponese ha realizzato una collezione d’alta moda usando 150 chili di vestiti comprati in una discarica kenyota...

Moda sostenibile: Yuima Nakazato e la collezione haute couture che viene dalla discarica
Uno degli abiti realizzati a partire dai capi dismessi acquistati da una discarica in Kenya (Foto: Luca Tombolini per Yuima Nakazato / Epson)

La moda è la seconda industria più inquinante a livello globale: la produzione di abbigliamento, che negli ultimi vent’anni è raddoppiata, emette ogni anno più CO2 di tutti i voli internazionali e del trasporto marittimo sommati insieme.

Milioni di tonnellate di vestiti dismessi si trasformano ogni anno in rifiuti che infestano le discariche del sud del mondo, inquinando le risorse idriche e generando quello che ormai si può considerare a tutti gli effetti un disastro ambientale.

Ma una moda più sostenibile è possibile: lo dimostra ai massimi livelli l’inedita partnership tra lo stilista giapponese Yuima Nakazato ed Epson, che ha reso possibile la creazione di una collezione d’alta moda realizzata a partire dalle fibre riciclate degli abiti finiti in discarica.

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Moda sostenibile: la collezione riciclata di Nakazato
L’industria della moda è la seconda più inquinante del mondo: genera ogni anno circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti (Foto: Envato)

Quanto è inquinante il settore della moda?

L’industria della moda genera ogni anno circa 92 milioni di tonnellate di rifiuti e 5 miliardi di tonnellate di CO2: il comparto tessile è responsabile, da solo, del 10 per cento delle emissioni globali di CO2 e di circa il 20 per cento dell’inquinamento globale dell’acqua potabile.

L’impatto della moda sull’ambiente si consuma su due fronti: il primo è quello delle emissioni in fase di produzione, di molto superiori a quelle di tutti i voli internazionali del mondo, il secondo è quello legato al fine vita dei prodotti.

Nonostante le campagne di riciclo annunciate dalle grandi catene di vendita, che in molti casi si sono rivelate semplici operazioni di greenwashing, l’87 per cento dei prodotti tessili acquistati dai cittadini europei finisce incenerito o in discarica.

Come si legge nel Report “L’impatto della produzione e dei rifiuti tessili sull’ambiente”, pubblicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (AEA) nel 2020, “i cittadini europei consumano ogni anno quasi 26 kg di prodotti tessili e ne smaltiscono circa 11 kg”.

Il tessile è anche molto dispendioso: è la quinta industria per consumo di materie prime, e la terza per consumo di acqua e terreno a livello globale. Nel 2020, prosegue il rapporto dell’AEA, “sono stati necessari in media 9 metri cubi di acqua, 400 metri quadrati di terreno e 391 chilogrammi di materie prime per fornire abiti e scarpe per ogni cittadino dell’UE”. Si stima che per produrre una semplice t-shirt siano necessari 2.700 litri d’acqua dolce.

Inoltre, buona parte dell’inquinamento da microplastiche deriva dal lavaggio di capi sintetici, che ogni anno getta negli oceani 0,5 milioni di tonnellate di microfibre, molte delle quali portano con sè anche tutti i residui chimici dei processi di tintura e finitura dei capi.

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Dalle discariche alle passerelle di Parigi: la moda circolare di Nakazato
Ispirazione per la collezione “Magma” di Yuima Nakazato è lo scenario apocalittico delle discariche kenyote (Foto: Envato)

Yuima Nakazato: l’ispirazione dalle discariche del Kenya

Lo stilista giapponese Yuima Nakazato, astro nascente dell’alta moda parigina, ha presentato la sua ultima collezione il 5 luglio al Palais de Tokyo, in occasione della “Paris Haute Couture Fashion Week”.

La nuova collezione è ispirata al vivido colore del magma del Fuji dormiente: “Il rosso generalmente rappresenta pericolo”, spiega il designer in un messaggio affidato alle pagine del suo sito.

Invece di vederlo come un allarme per i pericoli ambientali che stiamo affrontando oggi, ho scelto di dare fiducia al rosso, e usarlo per esprimere la mia convinzione che esiste un modo per cambiare il futuro”.

“Magma”, questo il nome della collezione, è il frutto più esclusivo di un nuovo processo di fabbricazione dei tessuti che potrebbe essere una vera rivoluzione per il mondo della moda: i capi disegnati da Yuima Nakazato sono realizzati con fibre riciclate.

L’esperienza scioccante che ho avuto nella mia visita in Kenya nel 2022 resta vivida nella mia mente ancora oggi”, racconta lo stilista, ricordando montagne di immondizia difficili da dimenticare, dove fiamme spontanee e odori pungenti si mescolano ai “colori sgargianti dei rifiuti in plastica“.

Sembrava la fine del mondo”, scrive il designer, che spiega nel dettaglio la nascita della collezione: “Ho preso una foto che ho fatto in Kenya, l’ho virata tutta sul rosso e l’ho stampata su un pezzo di stoffa: all’improvviso, il terribile scenario si è fatto astratto, e le montagne di rifiuti prodotti dall’uomo hanno preso a somigliare a un paesaggio”.

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Moda circolare: Magma di Yuima Nakazato
Uno degli abiti della collezione haute couture “Magma” di Yuima Nakazato (Foto: Luca Tombolini per Yuima Nakazato / Epson)

Stampa su tessuto e riciclo delle fibre senza sprechi

I tessuti della nuova collezione di Yuima Nakazato sono stampati utilizzando la tecnologia di stampa su tessuto più sostenibile messa a punto da Epson, con cui lo stilista giapponese collabora già da qualche tempo.

Le fantasie della collezione “Blu” del 2022 vennero realizzate con una speciale stampante inkjet di stanza negli uffici Epson di Hirooka. Questa è oggi evoluta nella Monna Lisa ML-13000, un prototipo di stampante digitale Direct-to-Fabric a pigmenti che consente di ridurre del 96 per cento il consumo di acqua rispetto agli inchiostri a base di coloranti.

La collezione del 2022 è servita come banco di prova per un’altra tecnologia Epson sposata da Nakazato, quella più rivoluzionaria. Le scenografie per la sfilata “Blu” erano realizzate in carta riciclata ottenuta grazie alla Tecnologia Dry Fiber, che permette di rigenerare le fibre senza l’impiego di acqua.

Il sistema Epson è già utilizzato a livello commerciale per il riciclo della carta. Tra i clienti illustri del PaperLab, il primo sistema di riciclo della carta completo da ufficio, c’è Brunello Cucinelli, che ha formalizzato la collaborazione con Epson nel 2021.

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Moda sostenibile: stampare i tessuti senza sprecare acqua
La stampante utilizzata per la decorazione dei tessuti della collezione “Blu” di Yuima Nakazato del 2022 (Foto: Epson)

Una moda circolare: la lezione “jap” di Nakazato

La Tecnologia Dry Fiber per la rigenerazione delle fibre a secco, adattata al riciclo dei rifiuti tessili, ha prodotto oltre 150 metri di tessuto non tessuto a partire da 150 chili di indumenti usati.

Yuima Nakazato ha acquistato più un quintale di abiti dismessi destinati a marcire in una discarica a cielo aperto in Kenya e ci ha realizzato l’intera collezione haute couture presentata a Parigi.

I tessuti, ottenuti grazie alla tecnologia Epson di rigenerazione delle fibre, sono stati decorati digitalmente con le stampe dei motivi astratti derivati dalle discariche kenyote realizzate dall’ultima evoluzione di Monna Lisa.

La tecnologia Dry Fiber di Epson è capace di trasformare i materiali fibrosi (cotone e tessuti, ma anche cocco e bambù) in valore tangibile senza consumare acqua. I nuovi tessuti sono il frutto di un processo in cui i materiali d’origine vengono privati delle fibre, che vengono re-intrecciate in base alle necessità.

Invece di riciclare gli oggetti di scarto nella loro forma originaria, si punta a creare nuovi materiali di valore. Come affermò Hitoshi Igarashi a margine della sfilata “Blu” di Yuima Nakazato, “la visione di Epson è quella di contribuire a un’economia circolare, e questi sviluppi potrebbero essere un passo nella giusta direzione”.

Anche se in materia di riciclo del tessile siamo ancora in fase sperimentale, prosegue Igarashi di Epson, “crediamo che la tecnologia Dry Fiber abbia un incredibile potenziale e possa contribuire a rendere l’industria della moda più sostenibile”.

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Yuima Nakazato e la collezione haute couture "Magma" che viene da una discarica kenyota

Moda sostenibile: Yuima Nakazato e la collezione haute couture che viene dalla discarica
La sfilata "Blu" del 2022 inaugura la partnership tra Nakazato ed Epson (Foto: Luca Tombolini per Yuima Nakazato / Epson)