La natura ti fa… giovane! Così il verde rallenta l’invecchiamento
I risultati sorprendenti di uno studio della Northwestern University negli USA: la vicinanza agli spazi verdi ci ringiovanisce di oltre due anni
A fine giugno, una notizia dalla Corea ha stupito il mondo intero, annunciando che i cittadini erano diventati di colpo due anni più giovani a causa di un nuovo sistema di calcolo dell’età. La buona notizia per i non coreani è che per ringiovanire potrebbe essere sufficiente fare il pieno di natura: è quello che emerge da uno studio americano pubblicato sulla rivista “Science Advances”.
La presenza di spazi verdi, soprattutto in ambito urbano, è da tempo associata a una serie di benefici, tra cui una migliore salute cardiovascolare e una riduzione dello stress. Ma ora, i ricercatori della Northwestern University hanno aggiunto un nuovo vantaggio alla lista: vivere vicino o frequentare aree verdi sembra avere un effetto positivo sull’invecchiamento biologico. Scopriamo come.
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Vivere vicino a spazi verdi potrebbe essere la chiave per un invecchiamento più sano e “rallentato”, secondo lo studio condotto dagli scienziati dell’ateneo con sede a Evanston e Chicago nello Stato dell’Illinois. La ricerca si è concentrata su come la vicinanza a parchi e aree ricche di piante possa influenzare il modo in cui il nostro corpo invecchia, portando a risultati molto interessanti.
Il rapporto della Northwestern University-The Feinberg School of Medicine ha rivelato che coloro che vivono in prossimità di un maggior numero di spazi verdi sembrano invecchiare biologicamente più lentamente. In media, queste persone risultavano biologicamente più giovani di 2,5 anni rispetto a coloro che avevano meno contatto con le aree ricche di natura.
Per raggiungere queste conclusioni, i ricercatori hanno esaminato l’effetto dell’esposizione a lungo termine (circa 20 anni) agli spazi verdi urbani sull’invecchiamento biologico. Per valutare questo invecchiamento, hanno utilizzato un biomarcatore noto come “età epigenetica basata sulla metilazione del DNA”, che riflette i cambiamenti chimici nel DNA correlati all’invecchiamento e alle malattie legate all’età.
“Quando pensiamo di mantenerci in salute con l’avanzare dell’età, di solito ci concentriamo su cose come mangiare bene, fare esercizio fisico e dormire a sufficienza“, ha dichiarato Kyeezu Kim, autore principale dello studio. “Tuttavia, la nostra ricerca dimostra che anche l’ambiente in cui viviamo, in particolare la nostra comunità e l’accesso agli spazi verdi, è importante per rimanere in salute quando invecchiamo“.
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Il campione dello studio comprendeva più di 900 persone provenienti da quattro città degli Stati Uniti: Birmingham, Ala, Chicago, Minneapolis e Oakland, in California. Questi partecipanti facevano parte di uno studio di coorte più ampio denominato Coronary Artery Risk Development in Young Adults (CARDIA).
Per misurare l’esposizione ventennale agli spazi verdi, gli scienziati hanno utilizzato immagini satellitari per quantificare la quantità complessiva di vegetazione (percentuale di verde) e la presenza di parchi importanti vicino alle residenze dei partecipanti. L’età biologica dei partecipanti è stata valutata attraverso l’analisi della metilazione del DNA nel sangue.
Lifang Hou, a capo del gruppo di ricerca e del reparto di Epidemiologia e Prevenzione del Cancro presso il Dipartimento di Medicina Preventiva, ha sottolineato l’importanza dei risultati ottenuti. Ha affermato che l’ambiente naturale, come gli spazi verdi, può influenzare la salute a livello molecolare e che questi cambiamenti sono rilevabili nel sangue.
“Il nostro gruppo di ricerca ha studiato a fondo i cambiamenti a livello molecolare associati a vari esiti di salute legati all’età, tra cui le malattie cardiovascolari, il cancro, la funzione cognitiva e la mortalità. Questo particolare studio contribuisce alla nostra comprensione di come l’ambiente naturale influenzi questi risultati di salute”, ha dichiarato Hou.
I ricercatori sottolineano la necessità di considerare attentamente le differenze osservate nei benefici degli spazi verdi in base a razza, sesso e stato socioeconomico. Ma lo studio apre nuove e interessanti prospettive per la pianificazione urbana e potrebbe avere implicazioni significative per la salute pubblica e per la riduzione delle disuguaglianze sanitarie.
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Quello statunitense è solo l’ultimo degli studi che hanno fatto luce sui numerosi benefici legati a portare più natura negli spazi urbani e non. Una recente ricerca finlandese ha sottolineato come frequentare parchi e giardini pubblici riduca la prescrizione e l’utilizzo di farmaci per asma, depressione, ansia, insonnia e pressione alta.
Un altro studio condotto in Olanda ha evidenziato come vivere a meno di un chilometro da un’area verde possa offrire una protezione contro diverse malattie, inclusi problemi cardiovascolari, respiratori, digestivi e muscolari e migliorare il sistema immunitario favorendo l’assunzione di vitamina D.
Sulla rivista “Lancet”, infine, alcuni ricercatori hanno suggerito che aumentare del 30 per cento la copertura arborea nelle città aiuterebbe ad abbassare la temperatura di circa mezzo grado e a ridurre di un terzo le morti premature dovute al caldo.
Ai benefici sulla salute umana si aggiungono naturalmente quelli per l’ambiente e per la biodiversità. Le città di oggi necessitano di uno sforzo significativo per diventare più sostenibili e salubri: promuovere la mobilità sostenibile, incrementare gli spazi verdi e adottare soluzioni ecocompatibili per le infrastrutture, come ad esempio le pavimentazioni riciclabili ed ecologiche di Terra Solida.
Il messaggio è chiaro: la natura è un prezioso alleato per migliorare la nostra salute, arricchire l’ambiente urbano e promuovere un futuro sostenibile. Investire in parchi, aree verdi e soluzioni ecologiche è una scelta vincente per il benessere collettivo e il futuro del nostro pianeta.
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