Il ripopolamento ittico non salva la biodiversità delle acque svizzere

L’introduzione sistematica di pesci nei laghi e nei corsi d’acqua elvetici va abbandonata quanto prima: lo dice l’ultimo rapporto dell’UFAM

Ripopolamento ittico: un bilancio
Il punto sull'efficacia di 40 anni di ripopolamento ittico nei corsi d'acqua e nei laghi della Svizzera (Foto: Envato)

L’Ufficio Federale dell’Ambiente della Confederazione Elvetica ha appena pubblicato la sintesi dei controlli sull’efficacia delle strategie di ripopolamento ittico nei bacini della Svizzera. Il rapporto, che analizza i dati di 40 anni di pratica, giunge a una conclusione molto chiara: il ripopolamento non soltanto non fornisce un sostegno reale agli stock ittici selvatici, ma nel migliore dei casi si limita ad aumentare le catture dei pescatori.

Bisogna piuttosto ripristinare la funzionalità degli habitat, e farlo quanto prima: nonostante la sua imponente ricchezza, la biodiversità delle acque dolci elvetiche è in grave sofferenza, e introdurre giovani avannotti di trota, spiegano gli autori dell’indagine, non basta a sostenere le popolazioni selvatiche.

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Ripopolamento ittico in Svizzera: per le trote non è efficace
L’introduzione nei bacini svizzeri di avannotti di trota non è efficace nel sostenere le popolazioni selvatiche: i risultati del rapporto UFAM (Foto: Envato)

La biodiversità delle acque elvetiche, un patrimonio in pericolo

La Svizzera è una delle regioni europee con la maggiore diversità di pesci d’acqua dolce: nonostante costituisca solo lo 0,4 per cento della superficie terrestre del continente, ospita quasi il 20 per cento delle specie ittiche conosciute in Europa. Il “Projet Lac”, realizzato dal 2010 al 2020 dall’Istituto federale svizzero di scienza e tecnologia dell’acqua (EAWAG) e dell’Università di Berna, ha identificato nei bacini elvetici 106 specie di pesci. In totale, le specie ittiche che popolano il Vecchio Continente sono 550.

La ricca biodiversità delle acque svizzere è però gravemente minacciata: negli ultimi 150 anni, spiega l’UFAM, gran parte dei torrenti, fiumi e laghi è stata canalizzata e “il 90 per cento delle zone umide, di laghetti e stagni è stato prosciugato”. Allo stato attuale, il 71 per cento dei tipi di ambienti acquatici che si trovano in Svizzera figura nelle Liste Rosse stilate dall’Istituto.

Il deterioramento dell’ambiente acquatico è dovuto in primo luogo all’aumento delle temperature, all’uso di pesticidi in agricoltura e alle numerose opere di sistemazione idraulica disseminate lungo il corso di fiumi e torrenti. Le specie più seriamente minacciate sono gamberi di fiume, piante acquatiche, anfibi, pesci e ciclostomi: 9 specie di pesci sono già considerate estinte e il 58 per cento di esse figura nella Lista Rossa. Nel 2020 il Consiglio Federale è stato costretto ad aumentare il grado di protezione di 25 specie, tra cui l’anguilla, la trota del Doubs e il temolo.

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Ripopolamento ittico nei laghi e fiumi della Svizzera
Il lago Blausee, nel cuore delle Alpi Bernesi: il rapporto dell’UFAM riguarda in massima parte i corsi d’acqua: soltanto il 3 per cento dei dati analizzati riguarda habitat lacustri (Foto: Envato)

Ripopolamento ittico in Svizzera, una tradizione controversa

Per sostenere le popolazioni di pesci selvatici in Svizzera, i Cantoni procedono, in alcuni casi da più di un secolo, ai ripopolamenti ittici artificiali. Come si legge nell’ultimo rapporto dell’UFAM, “ancora oggi questa attività costituisce una parte importante del lavoro di gestione alieutica svolto dai servizi dello Stato con l’aiuto di numerose società di pesca volontarie”. Tuttavia, sottolinea l’Istituto, il ripopolamento ittico rimane un tema controverso: è un procedimento molto costoso e ci sono ancora diversi dubbi sulla sua reale efficacia.

Già nel 2002 l’allora Ufficio Federale dell’Ambiente, delle Foreste e del Paesaggio (UFAFP) aveva pubblicato un rapporto sull’efficacia del ripopolamento ittico in Svizzera che non lasciava molto margine: secondo i test di efficacia eseguiti dagli Anni 90 in poi, il successo delle immissioni di pesci dava esiti molto irregolari.

In particolare, ricorda oggi l’UFAM, “più la riproduzione naturale era funzionale e i pesci da ripopolamento erano vecchi, meno il ripopolamento risultava efficace”. Il rapporto del 2002 suggeriva quindi di dare priorità al ripopolamento con avannotti in acque in cui il reclutamento naturale è inesistente o deficitario.

Oggi l’UFAM ha aggiornato quel rapporto di vent’anni fa, sintetizzando i nuovi risultati disponibili alla luce di test sempre più sistematici e precisi grazie alle nuove conoscenze in materia di genetica e conservazione.

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Un luccio nuota nelle acque di un lago
Il ripopolamento ittico in Svizzera ha coinvolto diverse specie oltre alla trota: tra queste il luccio e il salmerino alpino (Foto: Envato)

I risultati di quattro decenni di ripopolamento ittico in Svizzera

L’ultimo rapporto dell’UFAM sintetizza i dati relativi a 400 test di controllo di efficacia del ripopolamento ittico eseguiti in Svizzera negli ultimi 40 anni, di cui 388 in corsi d’acqua e 12 in ambiente lacustre. L’81 per cento dei test si riferisce a fiumi, il 7 per cento ai ruscelli.

I test sulle trote rappresentano l’88 per cento del totale, e mettono in evidenza i dubbi di tecnici e scienziati sulla reale efficacia del ripopolamento: “L’analisi dei test effettuati”, si legge nel rapporto, “mostra che se la proporzione di trote del ripopolamento ittico nella popolazione del corso d’acqua può risultare molto elevata subito dopo l’introduzione, essa diminuisce drasticamente in seguito, quando gli individui diventano più anziani”. Le popolazioni di pesci che raggiungono l’età adulta, in sostanza, provengono ancora dal reclutamento naturale.

I dati inoltre suggeriscono che i pesci provenienti dal ripopolamento, “una volta raggiunta l’età adulta o una taglia catturabile, tendono a sostituirsi piuttosto che a sommarsi alle popolazioni selvatiche”.

I risultati dei test sulle popolazioni di temolo (Thymallus thymallus), salmone (Salmo Salar) e luccio (Esox Lucius) sono dello stesso tenore: per nessuna di queste specie si è riusciti a rilevare un numero consistente di esemplari adulti provenienti da ripopolamento.

Nei laghi la situazione è in parte diversa. In alcuni casi i pesci da ripopolamento superano il 90 per cento del totale delle catture anche dopo anni dall’introduzione, come avviene per i coregoni nel lago di Hallwil nel Canton Argovia e per il Salmerino alpino (Salvelinus Umbla) nel Lemano, ma i dati su trote e lucci confermerebbero il quadro disegnato per i corsi d’acqua.

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Ripopolamento ittico nei laghi e fiumi della Svizzera
Il torrente di Scuol, in Svizzera: secondo i dati dell’Ufficio Federale dell’Ambiente soltanto la reintroduzione di specie scomparse giustifica un’immissione di pesci nei corsi d’acqua (Foto: Envato)

Il ripopolamento della fauna acquatica è davvero efficace?

Quarant’anni di controlli d’efficacia dei ripopolamenti ittici, si legge nelle conclusioni del documento, “rivelano che nei corsi d’acqua nessun esempio di ripopolamento con novellame (0+ e 1+) ha permesso di sostenere popolazioni selvatiche di trota o di temolo capaci di riprodursi naturalmente”. Soltanto la reintroduzione di specie scomparse giustifica un’immissione di pesci “se, e solamente se, i problemi che hanno causato l’estinzione sono risolti e se non è possibile una ricolonizzazione naturale”.

Per quanto riguarda gli habitat lacustri, sebbene non sia ancora possibile trarre conclusioni definitive, i risultati suggeriscono che il ripopolamento sia in grado di sostenere la pesca professionale di alcune specie negli specchi d’acqua con qualità dell’acqua gravemente compromessa, mentre apporta dubbi benefici negli ambienti funzionali.

Diverse ricerche scientifiche sottolineano che i potenziali benefici del ripopolamento, da un punto di vista di tutela della biodiversità, sono addirittura inferiori all’impatto sulle popolazioni selvatiche, che possono subire la trasmissione di malattie o gli effetti dell’”inquinamento genetico” causato dall’introduzione di pesci da allevamento.

Il ripristino funzionale dell’habitat è l’unica azione che migliora durevolmente la situazione della fauna acquatica”, conclude l’UFAM, “di conseguenza, e considerati i rischi che comporta per la biodiversità, idealmente occorrerebbe cessare qualsivoglia azione di ripopolamento”, a meno che non si stia lavorando alla reintroduzione di una specie scomparsa.

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Ripopolamento ittico: una pratica da abbandonare: per l'UFAM in Svizzera
Il ripopolamento ittico è una pratica da abbandonare: per l'UFAM in Svizzera "il ripristino funzionale dell’habitat è l’unica azione che migliora durevolmente la situazione della fauna acquatica" (Foto: Envato)