“Le convinzioni profonde sono nemiche più pericolose della verità che non le menzogne” – Nietzsche

Per quasi vent’anni ho praticato arti marziali. Come la maggior parte dei marzialisti iniziai dal karate non perché ci credessi ma perché era la palestra più vicina casa mia. Tra l’altro c’era anche molta confusione tra una disciplina e l’altra perché ero andato a fare karate dopo aver visto tutti i film di Bruce Lee. Solo dopo vent’anni scoprì che Bruce Lee era contrario al karatè e tutte le arti tradizionali, o meglio, era forse stato il primo ad avere il coraggio di metterle in discussione.

I primi giorni, le prime settimane, i primi mesi non imparai nulla. Ricordo che tornavo a casa dopo la palestra e i ragazzi più grandi della mia via mi prendevano in giro chiedendomi cosa avessi imparato e per mettermi alla prova me le davano di santa ragione.

Non so cosa mi portasse a proseguire le lezioni ma lo facevo, lo facevo e basta. Ero spinto da un senso di responsabilità, di “presa d’impegno” e qualcosa mi portava a non smettere. Ne ha conseguito che piano piano dalla cintura bianca, passai alla gialla, poi all’arancione, e così via, fino ad arrivare alla nera.

Crescendo cambiai idee, metodi di allenamento, punti di vista e dal karatè passai alla boxe. Le aspettative erano grandissime e già mi vedevo con il cinturone del titolo mondiale e le foto insieme a Don King. Ricordo la prima volta che entrai in palestra per iscrivermi dopo aver visto Rocky I e Rocky II. Era una palestra vecchissima, un vecchissimo teatro che il comune aveva messo a disposizione per chi voleva praticare la boxe. L’odore di muffa era terribilmente forte e se non riuscivi ad abituartici rischiavi di avere dei mancamenti. Ma dopo ti ci abituavi. Gli spogliatoi erano situati giù negli scantinati, senza una porta e di inverno non era molto piacevole cambiarsi. Al riscaldamento ci pensava una vecchia stufa che era talmente vecchia che i pezzi di ricambio non esistevano nemmeno più e quando sopraggiungeva l’inverno eravamo sempre un po’ in ansia. Come bagno c’era solo un vecchissimo vespasiano dove ci potevi solo pisciare. Se ti scappava da cagare c’era a disposizione il secchio.

Dai primi allenamenti credevo già di andare sul ring e iniziare a tirare di boxe. Invece no. Dovetti iniziare “dai passi”, ovvero prendere come riferimento il parallelismo delle piastrelle, usarli come binari e piano, piano, prima avanti il piede sinistro, a seguire quello destro, avanti e indietro, per tutta la palestra. Considera che la palestra era lunga 200mt. Prima avanti, poi indietro, e così via, per circa due ore, un grande lavoro anche di pazienza. Poi c’era l’allenamento fisico, con la ginnastica, l’allenamento aerobico e se riuscivi ancora a camminare potevi farti la doccia. Questo tipo di allenamento lo feci per circa tre mesi. Del resto se ci pensi è anche giusto: come fai a tirare di boxe se non sai usare i piedi e le gambe? Basta un movimento grezzo e incrociandole automaticamente cadi a terra come un sacco di patate.

Capitava ovviamente che al maestro si poneva la fatidica domanda “Quando sarò pronto per il primo incontro?” e lui completamente intenerito ci guardava e con un ghigno, rispondeva: “ragazzi ci vuole tempo. Io non vi sto insegnando a darle, vi sto insegnando a non prenderle. Anche nella boxe, come in tutte le cose della vita, ci vuole tempo. Io lo so che esistono club che dopo una settimana fanno salire i loro ragazzi sul ring, ma è un suicidio ed è la strada più facile per farvi odiare questo sport. Il naso vi sto insegnando a non farvelo rompere. Continuate pure con i passi…”.

Ci vuole tempo…

Questa frase apparentemente così semplice per molti è invece parecchio complessa. È sicuramente la società in cui viviamo che ci induce, quasi ci obbliga, a correre e cercare di raggiungere gli obiettivi nel minor tempo possibile, avendo sempre la convinzione che di tempo non ce ne sia. Perciò bisogna percorrere la strada più semplice, più rapida, fatta anche di escamotage, di raggiri, perché no, di espedienti, senza perdere mai di vista la cosa fondamentale: fare meno fatica possibile. E lo sanno molto bene tutti coloro che vogliono aprire un ecommerce, per evitare di alzarsi la mattina e raggiungere il proprio negozio, chi un negozio ce l’ha; oppure chi il negozio fisico non ce l’ha e vuole correre ancora più veloce, bypassando tutte quelle rotture burocratiche fatte di documenti noiosi, cartacce varie, commercialisti, notai, ecc ecc. (come se per fare ecommerce tutte queste dinamiche non le dovrebbe affrontare) Ma va! Ma chi te lo fa fare?! Lascia perdere, ascolta me: fatti un e commerce! L’ecommerce è la soluzione a tutti i tuoi problemi. Risolve problemi di traffico mattutino, risolve problemi di noia di attesa dei clienti dietro ad un bancone, risolve anche problemi di spazio, un ecommerce non occupa molto spazio, anzi…

Basta cercare su google “ecommerce gratis” e ti esce il mondo. Ti escono davvero tantissime soluzioni per svilupparti un ecommerce e iniziare a farti guadagnare e diventare ricco (stavano aspettando solo te).

Altrimenti, se vuoi qualcosa di più prestante ci sono soluzioni low cost a 2000/3000/4000€ “chiavi in mano”, il problema è che quelle chiavi non aprono la porta del successo ma dell’inculata.

“…Se ce l’ha fatta Zalando e Amazon perché io non dovrei farcela?” (questo è il livello celebrale dei commenti di alcune persone che leggo sui social o che riceviamo per email).

Poi c’è l’altro schieramento, quello composto dagli “affiliate marketers”, che fino a ieri facevano gli origami con i tovaglioli e le lenzuola e oggi si improvvisano “esperti in affiliazioni”. Fanno benissimo coloro che vendono i corsi perché in questo periodo l’affiliate marketing va per la maggiore.

Il concetto parte da un unico punto: quello di guadagnare senza fare una minchia! E la cosa strana è che ancora oggi ci sia gente che ci caschi, ma è normale, perché siamo fatti così, un po’ sadici, un po’ autolesionisti. Ci sta, fa parte del gioco. In questo articolo però vorrei farti riflettere su alcuni punti, farti quindi analizzare questi aspetti da un altro angolo e magari perché no, riesco a darti un mio contributo e aiutarti a fare marcia indietro su qualche idea che stavi intraprendendo e puoi ancora salvarti.

Va bene, allora non bisogna fare né ecommerce e tantomeno affiliate marketing?
No! È esattamente il contrario.

Quello con cui devi approcciarti è semplicemente logica, buon senso e sicuramente tanto senso imprenditoriale. Partiamo dall’ecommerce. Se tu decidi di sviluppare un ecommerce non puoi partire come fanno molti dal software, è una stronzata. Ma non perché la piattaforma su cui sviluppi il tuo store non sia importante, anzi, ma deve essere una fase successiva. La prima cosa su cui devi lavorare è l’idea di un progetto, un progetto vincente. Come fare? Facendo sicuramente analisi di mercato, analizzare i trend, che andamento hanno nel tempo, se sono costanti, in crescita oppure in decrescita. Ti lascio qualche consiglio. Per esempio se vuoi analizzare i trend di mercato puoi usare Google Trends dove inserendo una o più termini di ricerca ti fa vedere come si comporta il mercato su quell’argomento, suddiviso anche per regioni e per stati.

Un altro modo per capire se un prodotto potrebbe funzionare, prima di investire su un tuo ecommerce personale, puoi sfruttare Ebay e Amazon e capire se effettivamente vale la pena orientarsi su un’attività online oppure no per quel prodotto.

E se invece il prodotto non ce l’hai? Se invece non hai proprio idea di cosa vendere per diventare ricco sfondato? Ti lascio qualche altro consiglio:

  • ricerca la tua nicchia online: Il sito latuanicchiaonline.it ti può aiutare a definire su quale campo di azione puoi orientarti per il tuo business online, di vendita prodotti o anche servizi;
  • presidiare i vari social. Analizza le varie community come i gruppi su Facebook per capire dove l’attenzione delle persone si orienta maggiormente e dove le persone sono più portate a discutere, quindi a partecipare più attivamente. Prendi nota e fai le tue dovute valutazioni;
  • libri più letti: cercare quali sono i libri più letti nei vari periodi. Più libri sono letti su un dato argomento, più c’è interesse.

Lo schieramento dell’affiliate marketing

È già un po’ di anni che se ne parla, prima ovviamente facevano da padroni i guru dell’oltre oceano, oggi è arrivato prepotentemente anche qui in Italia. Quasi ogni settimana nascono network affiliate marketing come funghi ma probabilmente è giusto così. Chi riesce a fare i soldi senza fare troppa fatica è buon per lui ma non è su questo che voglio soffermarmi. Il concetto di fare soldi e fatturare mentre si è in spiaggia, mentre si fa jogging, mentre si scia ecc non è molto in linea col mio modus operandi (per lo meno, al momento) ma quello che non riesco proprio a capire è come si possa pensare di imparare a fare soldi senza fare niente, o meglio senza imparare almeno le basi del web marketing. Analizziamo la questione.

Facciamo finta che io mi iscriva ad un network e voglia promuovere un prodotto all’interno del circuito in modo da poterlo vendere e guadagnare la percentuale di payoff messo in palio. Bene. Partiamo. Mi iscrivo al network, prendiamone uno di esempio: clickbank.

Trovo il prodotto che mi interessa, ovvero quello dove ci sia un buon compromesso tra percentuale di payoff (quindi quanto mi pagano per ogni vendita) e concorrenza. Decido per il prodotto x. Come lo promuovo? Vediamo le ipotetiche soluzioni:

  • Facebook Ads: ovviamente, perché in tutti i video dicono che Facebook Ads è quello più conveniente (dove sta scritta sta cosa che Facebook sia conveniente? boh). Partiamo? No! Perché io di Facebook Ads non so nulla e rischierei solo di perderci soldi. Beh forse è meglio investire su un bel corso di Facebook Ads;
  • Faccio un bel blog e attraverso i contenuti e la native advertising promuovo i vari prodotti e guadagno. Però prima devo imparare a sviluppare un blog, devo prima imparare ad ottimizzare i contenuti e il sito, devo prima imparare a lavorare con la link building ed evitare di cadere in penalizzazioni da parte di Google;
  • ah si faccio un bel funnel marketing! Ecco. Ma da dove si comincia? Ho sentito parlare di lead magnet, scale di valore e diavolerie del genere…
  • oppure email marketing e lead nurturing… ma chi le scrive le email, allora forse devo prima fare un corso di copywriting e marketing automation per la pianificazione degli invii e della gestione degli open rate, ecc
  • ok, faccio una landing page? Eh, ma come si fanno le landing page? Allora faccio un corso per realizzare le landing page. O forse è meglio prima un corso sulla comunicazione?
  • e così via…

Va bene ho capito, quindi mi stai dicendo che non è possibile guadagnare passivamente?
Assolutamente no, il contrario 🙂

È esattamente il contrario. Quello che voglio dirti è che prima di farti accompagnare verso l’illusione dei soldi facili e sentire le sirene di Ulisse devi prima focalizzarti su cosa devi vendere e su quale business intraprendere prima di buttare soldi all’aria nel caso dell’ecommerce. Se vuoi intraprendere un’attività di vendita online devi sicuramente occuparti della stesura di un modello di business, devi pensare al tuo posizionamento di marca, a trovare finanziatori nel caso di un progetto particolarmente importante e oneroso, devi fare analisi e sopratutto studiare e anche tanto. Devi imparare a fare l’imprenditore.

Stessa cosa per le affiliazioni. Oggi tutti parlano di affiliazioni e facili guadagni. È possibile guadagnare con le affiliazioni non dico il contrario ma prima di arrivare lì devi fare strada, “ci vuole tempo”, devi prima imparare le attività o almeno alcune attività di web marketing che servono poi a promuovere adeguatamente i prodotti o i servizi che devi vendere.

Conclusione

Se avevi intenzione di investire le tue ultime 100€ forse ti ho salvato. Il web come ogni piazza di business è una gabbia di leoni e se non entri nell’arena ben preparato la tua fine è preannunciata. L’unica soluzione è affrontare le cose con logica, buon senso, pazienza e sopratutto senso imprenditoriale. Se pensi sia tutto semplice hai completamente sbagliato a capire, sei fuori dai giochi ancora prima di infilare il gettone nella fessura. Devi studiare, devi avere pazienza e devi perseverare. Ma sopratutto devi avere il tempo e la lucidità di affrontare e gestire le cose con i piedi per terra e a piccoli passi. Un po’ come facevo io alla palestra di boxe. Ci vuole tempo…

E se non sei ancora convinto…

E se non credi a quello che ti dico te lo faccio dire anche da Zio Monty in due video che calzano proprio a pennello.