Christian Frutiger: “Blue Peace previene le guerre e dà più stabilità”
Il Vice Direttore DFAE della Divisione Cooperazione Tematica descrive un'iniziativa svizzera sull’acqua che unisce diplomazia e sviluppo
A livello multilaterale, la Svizzera si è impegnata affinché la disponibilità e la gestione sostenibile dell’acqua e dei servizi igienico-sanitari venissero integrate nell’Agenda 2030 per uno sviluppo sostenibile.
Il Paese rossocrociato assicura il proprio sostegno per consentire ai Paesi di gestire meglio le proprie risorse idriche e di appianare le tensioni tra i vari utilizzatori (privati, industria dell’energia, agricoltura e così via) a livello sia nazionale che regionale.
Nell’ambito dell’iniziativa “Blue Peace” lanciata nel 2010, Berna sostiene la cooperazione transfrontaliera oltre che piattaforme nazionali di dialogo in materia di accesso all’acqua.
Essa si fonda sull’idea che una gestione efficiente ed equa delle risorse idriche a livello mondiale contribuisca al mantenimento di una pace duratura.
Thank you for kick-starting a new era!
For #WorldWaterDay, we asked you to be the change you want to see in the world.
Acting like a hummingbird means doing what you can to help solve the water crisis.
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— UN-Water (@UN_Water) March 23, 2023
L’ambasciatore Christian Frutiger è Vicedirettore e Capo della Divisione Cooperazione Tematica del Dipartimento Federale degli Affari Esteri della Confederazione Elvetica.
È responsabile delle sette sezioni tematiche della DSC che lavorano per il raggiungimento degli obiettivi delle Nazioni Unite per uno sviluppo sostenibile.
Sotto la sua guida, la Divisione Cooperazione Tematica punta a fare una serie di passi coraggiosi per essere in grado di affrontare le numerose sfide che ci attendono a breve, medio e lungo termine.
Essa si articola in sette aree prioritarie: economia e formazione; salute; sistemi alimentari; migrazione e sfollamento forzato; acqua; clima, DRR (Disaster Risk Reduction) e ambiente; pace, buongoverno e parità.
Christian Frutiger ha assunto le sue attuali funzioni il primo settembre 2022.
Dal 2019 allo scorso anno è stato a capo del Settore Cooperazione Globale della DSC, che comprendeva cinque sezioni tematiche, il supporto della Svizzera all’ONU e alla Banca Mondiale oltre al team strategico della Direzione.
Prima di entrare a farne parte, nel 2019, ha lavorato per il Comitato Internazionale della Croce Rossa occupando varie posizioni, sul campo e in sede, oltre che nel settore privato.
Ha una laurea in russo, inglese e scienze politiche e un master in gestione della comunicazione, ma parla fluentemente anche tedesco, francese e spagnolo.
La Svizzera e l’iniziativa Blue Peace (in lingua inglese)
La Svizzera e l’iniziativa Blue Peace (in lingua tedesca)
La Svizzera e l’iniziativa Blue Peace (in lingua francese)
La Svizzera e l’iniziativa Blue Peace (in lingua italiana)
Signor Christian Frutiger, che cosa significa “Blue Peace”?
“In molte parti del mondo l’acqua scarseggia sempre di più. La crescita demografica, l’inquinamento ambientale e i cambiamenti climatici stanno mettendo sempre più sotto pressione, in numerose zone del pianeta, le risorse idriche disponibili. La competizione per questa preziosa risorsa può intensificare i conflitti e destabilizzare intere regioni. ‘Blue Peace’ è un’iniziativa totalmente svizzera, che combina la diplomazia dell’acqua con la cooperazione allo sviluppo. Riunisce i Paesi che condividono e utilizzano congiuntamente un corpo idrico, per esempio un fiume, un lago o anche una riserva idrica sotterranea. L’obiettivo è sostenere gli Stati rivieraschi nell’uso congiunto, pacifico e sostenibile dell’acqua. La Svizzera conta sulla propria esperienza nella cooperazione con i Paesi vicini, per esempio con la Commissione Internazionale per la Protezione del Reno, che mira a bilanciare i diversi interessi legati all’utilizzo e alla protezione delle acque nell’area renana. Il nostro Paese è quindi un attore credibile per quanto riguarda la condivisione delle risorse idriche transfrontaliere”.
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Perché è stata proprio la Svizzera a lanciare l’iniziativa “Blue Peace”?
“Dall’inizio del millennio, il numero di conflitti violenti è aumentato in tutto il mondo in modo significativo. Molti di essi si concentrano nelle regioni più aride del pianeta. Da uno studio del 2017 condotto dal World Economic Forum emerge che quasi 50 di questi conflitti violenti sono alimentati in larga misura, e in modo comprovato, dalla penuria d’acqua. Lo stress idrico e i conflitti violenti sono cause e ‘motori’ delle migrazioni internazionali. La Svizzera, il cui impegno nel settore dell’acqua risale agli albori delle sue attività di cooperazione allo sviluppo, ha compreso sin dall’inizio che l’utilizzo di risorse idriche limitate può portare a conflitti, motivo per cui deve essere affrontato con un approccio globale e transfrontaliero. Dagli Anni 90 in poi, molti dei progetti idrici svizzeri si sono pertanto basati su questo principio. Nell’ambito di tale processo, la Svizzera è sempre percepita dai Paesi partner come un attore neutrale e leale, privo di interessi geopolitici. E si è trasformata sempre di più da semplice sostenitrice a mediatrice. Da qui è nata, circa dieci anni fa, l’iniziativa ‘Blue Peace’…”.
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Come funziona nel concreto questa iniziativa?
“L’iniziativa ‘Blue Peace’ riunisce importanti decisori e rappresentanti degli Stati rivieraschi per discutere dell’utilizzo delle acque comuni e condurre i relativi negoziati. L’obiettivo a lungo termine è stipulare accordi e convenzioni che regolino e garantiscano in modo sostenibile l’utilizzo delle acque al di là dei confini nazionali. I conflitti di interessi legati all’acqua devono essere risolti pacificamente. Nell’ambito dell’iniziativa vengono inoltre sostenuti i necessari lavori preparatori. Un corpo idrico deve essere innanzitutto esaminato prima di poterne negoziare l’utilizzo. È inoltre necessario disporre di sufficiente personale qualificato, come pure di istituzioni competenti, per elaborare e attuare accordi e convenzioni in questo campo. L’iniziativa ‘Blue Peace’ della Svizzera aiuta i vari Paesi a sviluppare queste capacità”.
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In che Paesi e regioni è promossa?
“Attualmente l’iniziativa è promossa in tre regioni prioritarie. In Medio Oriente si sta concretizzando nei lavori sui fiumi Yarmuk e Tigri, che attraversano rispettivamente Siria e Giordania e Turchia, Siria e Iraq. In Asia centrale si concentra invece sui fiumi Amu Darya e Syr Darya, che sono linfa vitale per i Paesi che attraversano, ossia il Kirghizistan, il Tagikistan, l’Uzbekistan nonché il Kazakistan e il Turkmenistan. Infine, nell’Africa occidentale l’iniziativa ‘Blue Peace’ sostiene diversi Paesi, segnatamente Senegal, Gambia, Guinea e Guinea-Bissau, nello sviluppo di un piano direttore per il fiume Gambia”.
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Qual è l’impatto dell’iniziativa “Blue Peace”? E quali benefici apporta alle popolazioni interessate?
“A breve termine il vantaggio è quello di disinnescare immediatamente i conflitti, per esempio garantendo che le limitate risorse idriche rimangano disponibili e non si riducano ulteriormente. Tuttavia, i maggiori effetti e benefici si vedranno nel lungo periodo. È essenziale che le risorse idriche vengano utilizzate pacificamente e, soprattutto, che siano preservate a lungo termine, in modo che in tutti i Paesi rivieraschi le famiglie, l’agricoltura, l’economia e ovviamente la natura possano continuare a disporre di acqua sufficiente anche in futuro. Pertanto, l’iniziativa ‘Blue Peace’ previene indirettamente i conflitti e contribuisce a garantire una maggiore stabilità e migliori condizioni quadro come base per una prosperità a lungo termine”.
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Alla fine di marzo si è tenuta a New York la Conferenza dell’ONU sull’acqua. Qual è l’impegno della Svizzera in seno a tale conferenza e che cos’ha significato l’iniziativa “Blue Peace” nel contesto di questo evento?
“Uno dei cinque temi principali della Conferenza è la cooperazione transfrontaliera nel settore idrico. Il Consigliere Federale Ignazio Cassis ha presieduto la discussione principale su questo argomento. Alla predetta Conferenza, la Svizzera ha potuto condividere il proprio know-how e le proprie esperienze. Come si è visto, l’obiettivo è stato quello di elaborare raccomandazioni generali per i Paesi con risorse idriche condivise affinché queste ultime possano essere utilizzate in modo pacifico e sostenibile in tutte le regioni del mondo”.
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