Un itinerario in chiaroscuro nel “DNA digitale della Svizzera”
Indagine di Oliver Wyman e digitalswitzerland su 1.600 persone dell’area tedesca e francese sulla fiducia nelle competenze informatiche
La fiducia nella competenza digitale della popolazione elvetica cresce solo lentamente. Più di un quinto delle persone si sente ancora incapace di stare al passo con il progresso tecnologico.
I vantaggi della digitalizzazione sono comunque considerati elevati in tutti i settori della vita. La disponibilità a divulgare i dati personali per i servizi digitali è in crescita, nonostante la maggiore consapevolezza dei rischi informatici.
Allo stesso tempo, la soddisfazione per i servizi digitali varia.
Nel luglio 2022 un’inchiesta molto rappresentativa in termini di criteri socio-demografici
Questo è, in buona sintesi, il risultato della sesta edizione dello studio “Il DNA digitale della Svizzera”, pubblicato congiuntamente dalla società internazionale di consulenza strategica Oliver Wyman e da digitalswitzerland nell’ambito di “Giornate Digitali Svizzere” 2022.
Il sondaggio online sul DNA digitale della Svizzera è stato condotto nel luglio 2022.
Per lo studio sono state intervistate più di 1.600 persone della Svizzera tedesca e francese ed è stato selezionato un gruppo rappresentativo in termini di criteri socio-demografici.
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Smartphone, occhiali di realtà virtuale e programmazione decisivi per colmare il gap
Attualmente, il 75 per cento della popolazione considera Internet e la tecnologia un’opportunità per la Svizzera, un valore stabile rispetto all’anno precedente.
La percentuale di persone che non si sentono personalmente in grado di stare al passo con il progresso rimane altrettanto stabile: con il 22 per cento, rappresentano più di un quinto degli intervistati.
Gli intervistati vedono la maggiore necessità di recuperare il ritardo in termini di competenze digitali nell’ulteriore sviluppo di competenze tecnologiche, come la programmazione (44 per cento) e l’uso di nuove tecnologie come smartphone o occhiali di realtà virtuale (18 per cento).
Questa opinione è condivisa dagli intervistati di quasi tutti i gruppi di età.
Solo il gruppo degli Over 70 è diverso: il 36 per cento degli intervistati ritiene di non dover recuperare il ritardo in termini di fitness digitale.
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Nel settore alberghiero e della ristorazione, il 36 per cento si giudica ancora inidoneo
L’idoneità digitale percepita varia notevolmente a seconda del settore: mentre il 15 per cento dei banchieri si classifica come non capace in questo senso, il 29 per cento dei servizi sanitari e sociali ritiene che le proprie competenze non siano sufficienti.
I professionisti del commercio all’ingrosso e al dettaglio (30 per cento) e quelli del settore alberghiero e della ristorazione (36 per cento) sono quelli che valutano con maggiore autocritica la loro mancanza di competenze digitali.
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Il 68 per cento degli intervistati si fida della tecnologia di ospedali, medici e casse malati
“Gli svizzeri guardano agli sconvolgimenti tecnologici con distaccato ottimismo”, commenta Nordal Cavadini, partner di Oliver Wyman, a proposito dei risultati.
“Ma finora i salti quantici non sono stati quasi mai sperimentati in questo atteggiamento”.
Ad esempio, secondo il sondaggio, soltanto il 29 per cento si sente a proprio agio nell’affidare alle grandi aziende tecnologiche i propri dati personali.
Anche i rivenditori online (36) non ottengono un buon punteggio in termini di fiducia.
D’altra parte, c’è un ampio consenso sull’uso dei dati da parte di ospedali, medici e compagnie di assicurazione sanitaria: il 68 per cento degli intervistati si fida di questi fornitori di servizi.
Può sorprendere che le banche (64) e le università (61) godano di una fiducia ancora maggiore quando si tratta di condividere i dati rispetto al Governo e agli uffici pubblici (53).
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Nordal Cavadini: “Malgrado i rischi cyber, cresce da noi la disponibilità a condividere i dati”
Oltre alla disponibilità a divulgare i dati, cresce la consapevolezza dei rischi informatici. Il 74 per cento degli intervistati ritiene che Internet e le tecnologie porteranno a un aumento della criminalità informatica. C’è una preoccupazione generale per la cybersicurezza.
Il 30 per cento degli intervistati ha dichiarato di essere già stato vittima di un crimine informatico o di un attacco correlato.
“Anche se la paura di questi attacchi è sempre alta, la disponibilità a condividere i propri dati con terze parti e a utilizzare i servizi è in crescita”, afferma Nordal Cavadini.
Quello che potrebbe essere considerato un paradosso, il partner di Oliver Wyman lo interpreta in modo pragmatico: il beneficio percepito supera il rischio percepito.
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Diana Engetschwiler: “Internet e la digitalizzazione facilitano l’apprendimento permanente”
“La volontà di impegnarsi nell’apprendimento permanente è una costante della società svizzera”, afferma Diana Engetschwiler, vicedirettore generale di digitalswitzerland.
Secondo il sondaggio, il 75 per cento della popolazione ritiene che Internet e la tecnologia facilitino l’apprendimento permanente, un indice di gradimento che si mantiene alto da anni.
“Nell’istruzione svizzera, tuttavia, la digitalizzazione è ancora in ritardo rispetto al confronto internazionale. Tuttavia, la continua integrazione di contenuti didattici digitali nell’istruzione e nella formazione è fondamentale per la competitività della nostra futura forza lavoro. digitalswitzerland si impegna in questo senso, ad esempio nell’ambito di ‘Giornate Digitali Svizzere’ 2022”, con il format ‘NextGen Future Skills Labs’, che avvicina i bambini ai temi della digitalizzazione in modo accessibile e divertente”, continua Engetschwiler.
Il fatto che la digitalizzazione non sarà un successo sicuro è suggerito anche dall’atteggiamento del 27 per cento di tutti gli intervistati che ritengono che la loro vita lavorativa diventerà più complicata come risultato.
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I servizi bancari convincono gli utenti: il 93 per cento li utilizza, il 90 ne è soddisfatto
Questo sentimento è espresso anche nei dati relativi all’uso concreto dei servizi digitali e alla loro soddisfazione. I servizi finanziari digitali sono molto avanti: il 93 per cento della popolazione li utilizza, il 90 per cento degli utenti si dichiara soddisfatto.
I negozi online ricevono una risposta altrettanto positiva: il 90 per cento li utilizza, l’87 per cento è soddisfatto delle offerte.
“I servizi che vengono utilizzati frequentemente ottengono anche un punteggio migliore a favore degli utenti”, conclude Engetschwiler di digitalswitzerland.
“Si può notare un effetto di assuefazione con servizi molto frequentati da un lato, ma anche un alto grado di centralità del cliente dall’altro”.
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