I 100 Big della chimica e le sfide dell'economia globale

Industrie chimiche: ecco la classifica delle 100 maggiori compagnie del mondo per fatturato e l’impatto della crisi economica sul comparto

Come ogni anno, la società ICIS (Independent Commodity Intelligence Services) ha stilato la classifica dei 100 maggiori gruppi dell’industria chimica a livello globale.

La lista, ordinata in base alle vendite del 2022, conferma saldamente al primo posto il colosso tedesco BASF, che con un fatturato di 93,7 miliardi di dollari, in crescita dell’11,1 per cento rispetto all’anno precedente. Seguono la cinese Sinopec, il gruppo statunitense Dow e Sabic, tra le più grandi aziende pubbliche del Medio Oriente e dell’Arabia Saudita.

Il 2022 è stato un anno particolarmente difficile per il settore, alle prese con le continue distorsioni dei prezzi di energia e materie prime e con le conseguenze della pandemia, ancora lungi dall’essere superate.

Come sottolinea il report dell’ICIS, però, “per alcuni l’impatto di questi eventi sismici non si è concretamente materializzato fino alla fine dell’anno”.

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Industria chimica: la Top 100 per fatturato
Il comparto della chimica è stato particolarmente colpito dall’impatto della guerra in Ucraina, ma a pesare sono anche gli strascichi della pandemia (Foto: Envato)

Chimica: uno degli anni più difficili dalla crisi del 2008

Il 2022 sarà ricordato come uno degli anni più difficili per l’industria chimica dai tempi della crisi del 2008, oscurato dalla guerra e dalla recessione economica che incombe”, afferma Nigel Davis, redattore di ICIS Insight.

Il lungo report, che precede la classifica dei 100 Big della chimica a livello globale, consegna uno scenario segnato dall’incertezza: “La manifattura è chiaramente in recessione, mentre le economie sono tenute insieme dal settore dei servizi”, si legge nel documento.

Nonostante inizi a svanire dai ricordi, la pandemia da COVID-19 continua a manifestare i suoi effetti: dopo anni di restrizioni, i consumatori di oggi sono portati a spendere tutto quello che gli resta in tasca per fare esperienze, come cene e vacanze.

Una tendenza che, unita all’inflazione che erode sempre più larghe fette di potere d’acquisto, penalizza fortemente il commercio di beni durevoli.

I consumatori non pensano più a cambiare elettrodomestici o ad acquistare le ultime innovazioni in ambito di elettronica, e questo non può che ripercuotersi in maniera potente sull’industria chimica, un settore “quattro volte più esposto alle fluttuazioni del settore manifatturiero rispetto ai servizi”.

L’automotive è stata l’eccezione, l’unica luce per il settore chimico: dopo lo stop forzato nel 2022, dovuto essenzialmente alla carenza di chip, la domanda repressa ha supportato una notevole ripresa del mercato del 2023.

Le prospettive di crescita che ci si aspettava per il 2022, alla fine delle restrizioni COVID, sono state ben presto smentite. Mentre il mondo riprendeva a girare, la guerra in Ucraina ha provocato uno sconsiderato aumento dei prezzi del gas, proprio mentre la domanda tornava a crescere.

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La chimica e le sfide della crisi economica
L’industria chimica non si esaurisce con la petrolchimica: cresce l’impatto della chimica high tech di compagnie come Covestro e Versalis (Foto: Covestro)

Il barometro dell’industria chimica: lo scenario regionale

La produzione chimica nel 2022 è stata il riflesso dell’indebolimento dell’economia globale, spiega il report: è partita forte all’inizio dell’anno, ma si è presto scontrata con le forti pressioni della domanda.

Usando i dati relativi al mercato di plastica e petrolchimica, l’ICIS ha elaborato il Leading Business Barometer (LBB), che individua i trend a livello regionale e globale.

Mentre il barometro degli Stati Uniti mostra segni di stabilizzazione, seppur a fronte di “condizioni coerenti con la recessione”, quello della Cina sembra mostrare un andamento altalenante dopo una grande ripresa post-COVID.

Il contesto globale è dominato da uno scenario che ha visto picchi di produttività nel marzo 2022, ma è rimasto debole sin da allora, segnalando la possibilità di una recessione.

Il barometro più preoccupante, non stupisce, è quello relativo al mercato europeo: qui la recessione è già evidente, e il declino (iniziato da un paio d’anni) ha accelerato negli ultimi mesi.

Fortemente colpita dall’aumento del costo del gas e dalle misure messe in atto per la riduzione dei consumi, l’industria chimica europea alla fine del 2022 scontava già una contrazione del 6,2 per cento.

Nel frattempo, India e Arabia Saudita lavorano a un enorme progetto petrolchimico sulla costa Ovest della penisola indiana, i prezzi di etilene e propilene negli USA sono spinti in alto da una imprevedibile carenza, e il boom del Bisfenolo A in Asia sembra non temere alcun rallentamento.

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BASF si conferma in cima alla Top 100 della chimica
Il sito di Ludwingshafen di BASF, che si conferma leader dell’industria chimica con un fatturato di 93,7 miliardi di dollari (Foto: BASF SE)

Le cento grandi della chimica: la classifica globale

Tornando alla classifica dei 100 maggiori gruppi chimici per fatturato, come anticipato BASF si conferma al primo posto con un fatturato di 93,7 miliardi di dollari, in crescita del +11,1 per cento rispetto all’anno precedente. Seguono la cinese Sinopec con 78,2 miliardi di dollari di vendite di prodotti chimici, Dow (Michigan, Stati Uniti) con 56,9 miliardi e la saudita Sabic con 52,9 miliardi.

Al quinto posto, appena sotto la società saudita, si trova INEOS, il primo gruppo europeo in classifica, con 51,9 miliardi di fatturato. Segue l’olandese LyondellBasell, che però sconta un -24,7 per centosui margini di profitto, ExxonMobil e LG Chem, la più grande azienda chimica della Corea del Sud.

Scorrendo la classifica si trovano poi diversi gruppi petrolchimici cinesi e il sorpasso, in Giappone, di Sumitomo Chemical sulla Shin-Etsu, azienda che detiene la più grande quota di mercato mondiale per i substrati di polivinilcloruro e silicio semiconduttore.

Per trovare il primo colosso della chimica tech con un lungo capitolo dedicato alla sostenibilità bisogna scorrere fino alla posizione 19 della classifica, dove c’è Covestro (con un fatturato di 19,2 miliardi), compagnia produce polimeri high-tech usando materie prime alternative ed energie rinnovabili.

L’unica italiana in classifica, al 66esimo posto, è Versalis (del gruppo ENI) con 6,67 miliardi di dollari di fatturato.

L’azienda, leader in Italia nei settori della petrolchimica e della chimica da fonti rinnovabili, presentò nel 2019 la prima gamma di prodotti in plastica ottenuti dal riciclo della raccolta differenziata domestica ed ha appena lanciato, in collaborazione con FLO Group, il primo bicchierino da vendor machine realizzato (per metà) in polistirene riciclato.

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BASF si conferma la principale industria del comparto chimico a livello globale
Tecnici di laboratorio BASF ispezionano la superficie di un wafer per la produzione di semiconduttori. Il colosso tedesco ha registrato nel 2022 una crescita del +11,1 per cento (Foto: BASF SE)

Litio e polimeri bio-based guidano le performance migliori dell’anno

Impossibile non notare la performance fuori le righe di DL Chemical, al 90esimo posto della classifica, che registra un aumento delle vendite del 184,2 per cento e un aumento de margine di profitto del 58,6 per cento. L’esplosione di DL Chemical, sottolinea il report, è dovuta all’acquisizione di Kraton, compagnia specializzata in polimeri bio-based.

Si distingue anche Albemarle, colosso di Charlotte in mano alla finanza globale specializzato in litio, che aumenta del +120 per cento le vendite e del +209,5 per cento i margini di profitto, grazie all’espansione del mercato del litio.

In generale, le vendite di prodotti chimici da parte delle 100 Big Companies in classifica hanno fatto registrare un aumento molto più modesto, intorno al +18 per cento, trainato soprattutto dall’aumento dei prezzi in un contesto di indebolimento della domanda.

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Industria chimica: la Top 100 a livello globale per vendite
La classifica delle 100 maggiori compagnie del mondo per fatturato non nasconde l’impatto della crisi economica sul comparto (Foto: Envato)