Immersioni sostenibili: i consigli dell'ONU e gli esempi da seguire

La pesca sub si può praticare rispettando il sistema marino: le linee guida delle Nazioni Unite e che cosa possiamo fare concretamente

Immersioni sostenibili: una donna che pratica immersioni
Una donna che pratica immersioni (Foto: iStockPhotos)

Le immersioni possono essere sostenibili? La risposta è sì, come svela l’ONU con i consigli inseriti nel Programma Ambiente per la difesa e la tutela della barriera corallina. La pesca subacquea d’altronde rappresenta un’esperienza straordinaria e un’occasione unica per scoprire il mondo del mare, ma, se non viene svolta seguendo alcune regole, può rivelarsi pericolosa per il delicato ecosistema.

La Grande Barriera Corallina soffre. Il problema? Gli esseri umani…
Per cambiare l’ecosistema marino basta una goccia di petrolio
Blue Bond, gli strumenti finanziari che tutelano le acque del globo

Immersioni sostenibili: Il fondale marino e le sue meraviglie
Il fondale marino e le sue meraviglie (Foto: iStockPhotos)

L’impatto di immergersi vicino le coste sull’ecosistema marino

Le immersioni infatti possono avere un fortissimo impatto sulla vita marina e in particolare sulla barriera corallina. Basti pensare che, secondo alcune stime, circa l’88 per cento dei subacquei hanno avuto un approccio dannoso con le immersioni, colpendo dei coralli con le pinne oppure effettuando delle operazioni di ancoraggio pericolose. Per non parlare della pesca intensiva e del rilascio di rifiuti plastici, che mette sempre più a rischio la sopravvivenza della barriera corallina.

Se svolta nel modo giusto però la pesca subacquea, così come l’ecoturismo, può avere un impatto sociale, economico e ambientale positivo. Lo rivela la Reef-World Foundation, che guida il progetto Green Fins Initiative del Programma Ambientale delle Nazioni Unite (UNEP). Lo scopo è quello di proteggere la barriera corallina tramite alcune linee guida ecologiche.

Il mondo subacqueo? Può essere inclusivo: le immersioni in braille
Acque ancora a rischio: nel Mediterraneo anche un’alga invasiva
Candela C8: arriva l’aliscafo a motore elettrico “super green”

Immersioni sostenibili: Il fondale marino e le sue meraviglie
Il fondale marino e le sue meraviglie (Foto: iStockPhotos)

Le raccomandazioni dell’ONU per una pesca sub sostenibile

Quali sono le raccomandazioni della Reef World Foundation per le immersioni subacquee? La prima è quella di viaggiare in modo responsabile, scegliendo delle mete che siano vicino casa e che consentano di ridurre la produzione di CO2. Certo, la tentazione di volare dall’altra parte del mondo per scoprire mondi sommersi è forte a volte, ma esistono moltissimi siti in cui praticare pesca sub che possono aiutare a ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti.

L’aumento della temperatura del mare rappresenta un pericolo imminente per la barriera corallina, proprio per questo è essenziale impegnarsi in modo attivo per ridurre la produzione di anidride carbonica, partendo da piccoli gesti come questo. Meglio dunque scegliere delle mete vicino casa, usare il treno oppure il bus ed evitare scali.

Un altro aspetto importante riguarda la scelta di operatori sostenibili. Parliamo di aziende e compagnie che da tempo si sono impegnate per ridurre l’impatto ambientale. Come? Imponendosi un codice di condotta ambientale che preveda la politica del no-touch in mare, l’uso di boe di ormeggio anziché di ancoraggio e la scelta di non avvicinarsi troppo al fondale marino per evitare incidenti.

Un sistema per salvare il mare: come “predire” l’inquinamento
Dal mare al museo digitale: Archeoplastica sta salvando il pianeta
Pensare all’acqua è pensare al futuro: da custodire e gestire meglio

Immersioni sostenibili: Una barca nell'Oceano
Una barca nell’Oceano (Foto: iStockPhotos)

Meno plastica in giro e più attenzione alle creme solari

Fra le raccomandazioni essenziali dell’ONU c’è anche quella di ridurre il consumo della plastica monouso. Durante le uscite di pesca sub, ad esempio, si potrebbe evitare l’uso di borracce e di buste di plastica. Scegliendo prodotti che siano riciclabili e non usa e getta. Una scelta intelligente che riguarda anche le creme solari. Pochi lo sanno infatti, ma questi prodotti possono rivelarsi letali per i coralli.

Nelle formulazioni di alcune protezioni solari infatti sono presenti prodotti chimici come Ossibenzone, Octinoxate, Ossido di zinco e Biossido di titanio, che provocano una decolorazione della barriera corallina. Non a caso alcune mete popolari, come Aruba o le Hawaii, hanno emanato leggi che vietano l’utilizzo di alcuni cosmetici pericolosi per gli ecosistemi marini.

Una soluzione ottimale può essere quella di utilizzare degli indumenti protettivi. Durante la pesca sub sono degli alleati perfetti perché proteggono dai danni del sole e, contrariamente alle creme solari, non hanno bisogno di essere riapplicati. Si trattano dunque di un’ottima opzione che non compromette l’ecosistema del mare e protegge chi pratica le immersioni.

Plastica e oceani, così la luce del sole la rende… “invisibile”
Ustica e il turismo sostenibile: le immersioni e la pesca subacquea
Un’isola galleggiante alle Maldive contro l’innalzamento dei mari

Il codice di condotta elaborato per il mare da "Green Fins" (in lingua inglese)

Immersioni sostenibili: branco di pesci nel mare
Branco di pesci nel mare (Foto: iStockPhotos)