Luca Savoia: “Il 2024 sarà l’anno della svolta per l’agrivoltaico...”

L’AD di IDEAL-E fa il punto sulla progressiva integrazione sostenibile fra coltivazioni agricole e produzione di elettricità dal sole

Agrivoltaico: Luca Savoia di IDEAL-E Srl
Luca Savoia è Amministratore Delegato della società IDEAL-E Srl

Com’è noto ai più, i sistemi agrivoltaici sono applicazioni che trovano posto nei terreni agricoli al fine di ottenere energia elettrica attraverso dispositivi che possono muoversi senza ostacolare la coltivazione. Anzi, in alcune occasioni, la possono avvantaggiare.
La continua ricerca di strumenti sostenibili per la produzione di elettricità dalla luce solare ha permesso di sviluppare impianti che consentono di sfruttare i terreni coltivabili senza sottrarre spazi alla produzione agricola e all’allevamento di bestiamo.
Una felice convivenza fra fotovoltaico e colture, dunque.
Ne abbiamo parlato con Luca Savoia, Amministratore Delegato della società IDEAL-E Srl, azienda specializzata in questo tipo di sistemi che trova sede nella località di Poggio Rusco, nella provincia italiana di Mantova, al confine fra le Regioni Emilia-Romagna e Lombardia.

Una “smart farm” emiliana per svecchiare l’agricoltura da dentro
“Italian sounding”: l’innovativa consapevolezza capace di batterlo
Un’alleanza per la sostenibilità fra i pesci e le erbe aromatiche

Agrivoltaico: pecore nelle Hawaii
Allevamento di pecore libere al di sotto di installazioni fotovoltaiche a Lanai, nelle Hawaii

Quali sono i vantaggi per un’azienda che volesse installare questo sistema e quali gli svantaggi, se ci sono?
“Indubbiamente, il vantaggio è quello di riuscire a inserire su una produzione agricola una fonte a reddito diversa senza andare a ridurre la capacità produttiva. Quindi, più che di sfruttamento, noi preferiamo parlare di utilizzazione del terreno per un duplice scopo. È quindi un vantaggio per tutti la creazione di nuova energia elettrica, per di più perfettamente sostenibile…”.

Su questi temi c’è un’attenzione particolare, soprattutto negli ultimi anni. Il 2023 potrebbe essere il momento della svolta o dobbiamo attendere ancora?
“Io credo che nel 2023 prevarranno ancora gli investimenti fatti sui tetti delle case o nelle aree non coltivabili delle aziende agricole, che hanno la necessità di produrre energia da utilizzare in proprio. Per gli impianti più complessi che riguardano l’agrivoltaico lo sviluppo inizierà probabilmente nel 2024…”.

Un’ingegneria genetica per l’agricoltura e l’alimentazione sostenibili
Studiare i liquami per abbattere le emissioni: il progetto in Svizzera
Duemilacinquecento alberi made-by-Lamborghini per la comunità

Agrivoltaico: impianto agrivoltaico sperimentale dello UC Davis College of Engineering
Piccolo impianto agrivoltaico sperimentale dello UC Davis College of Engineering dell’Università della California a Davis

Spesso le aziende che hanno intenzione di investire nell’agrivoltaico incontrano difficoltà dovute anche alla burocrazia. Il quadro normativo è chiaro?
“Le procedure sono sicuramente complesse e coinvolgono tantissimi enti. Una recente ricerca, purtroppo, ha contato circa 300 passaggi per arrivare alla fine positiva di un nuovo impianto. Il percorso va studiato molto bene in anticipo”.

L’agrivoltaico può rappresentare una svolta, un grande valore aggiunto per le aziende agricole del suo Paese, l’Italia, ma qual è la situazione negli altri Stati europei?
“Noi siamo recentemente andati alla Fiera di Monaco di Baviera a visitare ‘Intersolar’, dove si concentra la maggior parte dello sviluppo tecnologico europeo. Abbiamo visto una grande crescita del settore, che in un anno ha portato al raddoppio degli espositori in Germania. Tecnologie non particolarmente diverse, ma sempre migliorate. Siamo tutti ai blocchi di partenza…”.

In Svizzera la digitalizzazione prende piede in agricoltura
Crespellano polmone del “futuro senza fumo” di Philip Morris
Alberi e piante al posto dei parcheggi in città: lo studio su “Nature”

Agrivoltaico: pomodori in Austria
Coltivazione di pomodori sotto pannelli solari fotovoltaici installati a Dornbirn, in Austria

L’agrivoltaico potrà quindi rappresentare un’integrazione al reddito degli agricoltori?
“Sicuramente, mentre piantano semi di mais possono interrare in modo semplice anche un tubo di ferro che sostiene questi impianti, che hanno una durata di trent’anni. I terreni sono beni a fecondità ripetuta. Se li tratti bene, continuano a produrre da sempre e per sempre. In certe occasioni l’ombreggiatura che crea questo sistema permette anche di ridurre la necessità idrica del terreno. Quindi abbiamo bisogno di una fortissima evoluzione nella connessione fra la ‘storica’ capacità di gestire i terreni con la ‘innovativa’ competenza per produrre energia. In fin dei conti, per entrambe il risultato è verde”.

Nuova stazione sperimentale per l’agricoltura di montagna
La lezione dell’agriBosco Barilla: anticipare un pianeta più equo
Adesso c’è un’App svizzera per fare vera ricerca su piante e fiori

La storia dell'ex calciatore e politico italiano Fabio Rustico e dell'agrivoltaico in Sicilia

Moduli solari bifacciali su terreni aperti per un agrivoltaico innovativo della Next2Sun GmbH

Agrivoltaico: pannelli alla
Uso efficiente delle risorse del territorio con l'agrofotovoltaico dell’azienda agricola biologica "Hofgemeinschaft Heggelbach"