"Dati strutturati": che cosa sono e perché implementarli

Tutto su come fornire a Google informazioni aggiuntive sulle pagine di un sito per classificarne i contenuti: i nostri consigli per migliorarli

dati strutturati

I dati strutturati (structured data, o anche markup) rappresentano meta-informazioni aggiunte manualmente al codice HTML di una pagina di un sito web. La loro funzione è quella di fornire ai motori di ricerca informazioni aggiuntive delle pagine per classificarne i contenutiI dati strutturati (structured data, o anche markup) rappresentano meta-informazioni aggiunte manualmente al codice HTML di una pagina di un sito web. La loro funzione è quella di fornire ai motori di ricerca informazioni aggiuntive delle pagine per classificarne i contenuti.

Questi elementi vengono infatti valutati da Google che analizza la capacità del sito di restituire i risultati più pertinenti rispetto alle ricerche degli utenti.
Di conseguenza, la loro presenza permette di ottenere importanti vantaggi in termini di UX.

Sebbene per alcuni lo sviluppo dei dati strutturati non rappresenti una priorità nel momento in cui si occupa di sviluppare un sito web, vogliamo dimostrarti che invece il loro potenziale è davvero alto e possono fare la differenza per la tua strategia.

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Il formato dei “dati strutturati”

Per questi dati viene utilizzato un formato standard (il famoso vocabolario semantico schema.org) universalmente riconosciuto che permette ai motori di ricerca di comprendere le relazioni tra le pagine e definire la tipologia dei contenuti, che vengono trasformati in metadati.

Questa operazione fa sì che questi codici non vengano visualizzati direttamente dai visitatori del sito, ma siano facilmente interpretabili da Google. Big G infatti, attraverso i dati strutturati, capisce quale sia il significato esatto delle immagini e dei contenuti delle pagine marcate e riesce a mostrarli con accuratezza nella SERP. Lo scopo, dunque, è quello di fornire i risultati più pertinenti per le query.

Schema.org è stato fondato nel 2011 dalle aziende informatiche Google, Microsoft, Yahoo e Bing che hanno unito le forze in un progetto comune. Questo linguaggio riveste un ruolo piuttosto importante. Infatti, man mano che Big G implementa un sito sempre più semantico, questi markup diventano alleati preziosi per garantire una comunicazione efficace sul web.

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Il vocabolario di Schema.org

Il vocabolario di Schema comprende diversi formati per creare una struttura dei dati intorno a tutte le possibili tipologie di elementi del web. Sul sito ufficiale trovi i vari aspetti che possono assumere i marcatori.

I markup di Schema sono comunemente usati per indicare:

Dopo averli aggiunti al tuo sito, questi oggetti aiutano i motori di ricerca a interpretare gli argomenti trattati dalle pagine.

Le informazioni vengono mostrate attraverso i rich snippet.
Ecco un esempio di formato recensione:

screenshot dati strutturati relativi a recensione di iPhone 12 Pro

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I metodi per impostare le info 

Ci sono 3 formati principali tra cui poter scegliere per implementare i dati strutturati nel Web.

  • JSON-LD
  • Microdata
  • RDFaVediamoli nel dettaglio: 

JSON-LD

JSON-LD rappresenta il formato maggiormente consigliato da Google ed è anche il più facile da implementare. Questo perché non necessita dell’inserimento di elementi HTML, che servono invece con le altre tipologie. JSON-LD può essere installato come unico blocco di codice e indica a Big G gli argomenti principali della pagina.

Microdata

Dunque, mentre con JSON-LD i dati strutturati sono presenti in un unico grande blocco, Microdata è distribuito su tutta la pagina.

Inoltre il markup può essere creato per qualsiasi elemento della pagina. Se si tratta di entità semplici, l’installazione è molto rapida e intuitiva, mentre per operazioni complesse si può ricorrere ad alcuni plugin SEO.

RDFa

RDFa funziona come Microdata, nel senso che realizza il markup degli elementi HTML nella pagina, invece di dare vita a un unico grande unico blocco come JSON-LD. Solitamente è la sintassi meno utilizzata perché è la più complessa.

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Il vantaggio di queste nozioni 

Va prima di tutto fatta una premessa, ossia che i dati strutturati non sono un fattore di ranking diretto. Lo stesso Google ha messo in chiaro questo concetto.

 Dunque ne consegue una domanda più che lecita: perché usare i dati strutturati?

Te lo spieghiamo qui:

  • queste metriche semplificano il lavoro dei crawler, aiutando i motori di ricerca a identificare le varie entità presenti nella pagina;
  • creano un collegamento tra le varie entità, assicurando loro coerenza e ordine;
  • rendono i risultati di ricerca più coerenti possibili con i bisogni e gli intenti degli utenti, aiutando a rispondere in maniera chiara e puntuale alle loro domande.

 Oggigiorno, esistono ancora tanti siti che indicano ai crawler i dati che riescono a raccogliere da degli archivi, formattati in codice HTML. Questo linguaggio, tuttavia, può risultare di difficile comprensione. I dati strutturati, invece, aiutano meglio gli spider di Google nel comprendere quale sia il core business di un’impresa e il topic principale affrontato dal sito web, districandosi nella giungla di informazioni presenti sul web e in uno specifico portale. Nelle linee guida di Google Search Console, per esempio, si legge che “se Google comprende il markup delle tue pagine, può utilizzare tali informazioni per aggiungere rich snippet e altre funzionalità al tuo risultato di ricerca”.

Se questi dati non esistessero, ogni motore di ricerca dovrebbe lavorare molto di più per comprenderne il significato e il motivo per cui sono stati collocati in una specifica pagina. Inoltre, sebbene non concorrano direttamente al posizionamento del sito nella SERP, senz’altro lo aiutano per restituire risultati più rilevanti rispetto alla richiesta dell’utente.

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Gli strumenti che offre Google

Nella maggior parte dei casi, Google è perfettamente in grado di riconoscere le entità di un sito web, tuttavia i dati strutturati assicurano una maggiore accuratezza in termini sia di interpretazione che di catalogazione delle informazioni.

Quando Google riceve questi dati, prima di tutto identifica il tipo di entità (Persona o Brand), poi le relazioni tra entità collegate (aziende, prodotti, servizi). Se la concorrenza non ha  ancora sfruttato queste meta-informazioni, sicuramente ci troveremo in una posizione di vantaggio rispetto ai competitor.

Uno degli utilizzi più famosi dei dati strutturati è rappresentato dai rich snippet. Si tratta di contenuti arricchiti da informazione e grafica sulle SERP. Oltre a veicolare dettagli aggiuntivi, contribuiscono a ottimizzare una pagina web per i motori di ricerca. Questo perché hanno il potere di catturare l’attenzione dell’utente e quindi di aumentare le visite alla pagina.

Se un utente ricerca per esempio un ristorante, potrebbe mostrare agli utenti la fascia di prezzo media e le recensioni ricevute dai visitatori, rendendo il sito più affidabile agli occhi di Big G.

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Come aggiungere i dati al sito

Google mette a disposizione dei webmaster alcuni elenchi di dati strutturati da copiare e incollare nella pagina del sito, personalizzandoli in base alle esigenze. Anche su schema.org sono presenti alcuni esempi da cui poter prendere spunto.

Quello che devi preoccuparti di fare è mettere correttamente in evidenza gli elementi della pagina che vanno marcati. Successivamente dovrai cliccare su “Create HTML”: verrà generato un codice su cui poi si potrà cliccare per inserirlo sul sito.

Anche la Search Console ci viene incontro nell’inserimento dei dati strutturati nel nostro sito. In questa sezione, infatti, è presente ogni elemento riconosciuto e analizzato e viene segnalata anche la possibilità di errori. La piattaforma di Google infatti è in grado di indicare se sono presenti criticità capaci di influenzare in modo negativo le visualizzazioni dei rich snippet o di anche altre funzioni. In tal caso, dovrai intervenire correggendo i malfunzionamenti.

Anche nel caso di procedimenti piuttosto lunghi, ti assicuriamo che i risultati che si ottengono valgono sicuramente la pena. La durata e la complessità dipendono dai sistemi che sceglierai di utilizzare per la gestione del sito e dai livelli di controllo che vogliamo avere durante tutto il procedimento.

Qui trovi due possibili metodi:

1. Se scegli di utilizzare Google’s Structured Data Markup helper

Come accennato, esiste una piattaforma di Google che aiuta i webmaster a installare i dati strutturati a prescindere dal tipo di host o sito.

  1. Innanzitutto, vai alla pagina di Google’s Structured Data Markup helper.
    Seleziona la tipologia di sito web.
  2. Copia e incolla l’URL della pagina in cui vuoi aggiungere i markup.
  3. Fai clic su “start tagging”.
  4. Ti compariranno due riquadri. Quello a sinistra è il contenuto della tua pagina, quello a destra è lo strumento legato all’utilizzo dei dati strutturati.
  5. Clicca su Create HTML: si creerà un codice HTML nel formato JSON-LD che puoi inserire nella tua pagina.

2. Se scegli di utilizzare dei plugin per WordPress

Se hai utilizzato WordPress per creare il tuo sito, segui questi semplici passaggi.

Anche per quanto concerne i dati strutturati, la celeberrima piattaforma offre un’ampia gamma di plugin da installare. Vediamo l’esempio di Schema App Structured Data.

I markup verranno generati per l’intero sito, tuttavia è disponibile anche la modifica manuale.

Quando vuoi modificare una pagina o un singolo elemento, puoi selezionare il riquadro apposito con scritto “Schema app Structured Data”.

Puoi fidarti del plugin, che in genere seleziona automaticamente quelli che considera i migliori dati strutturati da evidenziare, ma hai anche la possibilità di scegliere tu ciò che ritieni più opportuno.

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Google è un’azienda USA che offre servizi online, con quartier generale a Mountain View in California, nel cosiddetto Googleplex

Come verificare che tutto funzioni

Ok, magari implementare questi dati non ti sembrerà troppo complicato, ma chiaramente dovrai anche verificare in corso d’opera che tutto funzioni al meglio.
In questo senso, Google mette a disposizione due strumenti.

Il primo è il test dei dati multimediali, che controlla in corso d’opera la tua pagina accessibile pubblicamente. Il secondo è la Search Console. Quest’ultima ti permette di tenere costantemente monitorate indicizzazione, posizionamento e stato correttezza dei markup.

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