Grana Padano guida la transizione ecologica del settore

Enersem e il Consorzio di Tutela promuovono il primo e unico software in grado di sostenere le decisioni ambientali dei prodotti DOP

Grana Padano guida la transizione ecologica del settore
Enersem (spin-off del Politecnico di Milano) e il Consorzio di Tutela del Grana Padano promuovono il primo e unico software in grado di sostenere le decisioni ambientali dei prodotti DOP (Foto: Consorzio Grana Padano)

Grana Padano non è più “solo” pioniere delle vendite, ma anche della sostenibilità. Questo perché il formaggio italiano a pasta dura guarda (già da tempo) al futuro dell’innovazione, aprendo la porte alla transizione ecologica dei prodotti a denominazione di origine protetta.

L’impegno è stato ufficialmente siglato con un accordo tra il Consorzio di Tutela e Enersem, una spin-off del Politecnico di Milano.

Insieme, si promuove l’adozione del software SSDA, nonché il primo e unico Strumento di Supporto alle Decisioni Ambientali conforme allo schema Made Green in Italy e al metodo europeo per la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti (PEF).

Il programma informatico si inserisce all’interno del progetto europeo LIFE TTGG–The Tough Get Going. Un’iniziativa che, tra il 2017 e il 2022, ha coinvolto aziende produttrici del Consorzio, università, centri di ricerca e startup, con l’obiettivo di definire un percorso capace di ottimizzare le prestazioni ambientali dell’intera filiera. Letteralmente, nel nostro caso, dalla stalla alla tavola.

In fin dei conti, dinnanzi a consumatori sempre più consapevoli, cresce proporzionalmente la necessità di fornire strumenti in grado di stabilire e comunicare l’impronta ambientale di un prodotto. Esigenza che si sviluppa trasversalmente di settore in settore, da quello tessile all’industria chimica fino a quella elettronica.

La sostenibilità appartiene al DNA del formaggio Grana Padano e per questo siamo sempre all’avanguardia nell’adozione di sistemi pensati per migliorare le performance”. Queste le parole di Stefano Berni, Direttore Generale del Consorzio Grana Padano, a seguito della stipula dell’accordo.

Dopotutto, “Per la prima DOP al mondo, che esporta quasi il 50 per cento del proprio prodotto, ridurre l’impatto ambientale non può che essere un impegno globale”.

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Grana Padano guida la transizione ecologica del settore
Il software SSDA è il primo e unico Strumento di Supporto alle Decisioni Ambientali conforme allo schema Made Green in Italy e al metodo europeo per la valutazione dell’impronta ambientale dei prodotti (Foto: Consorzio Grana Padano)

La stretta di mano tra la metodologia PEF e il settore lattiero-caseario

Il software SSDA, sviluppato da Enersem, Politecnico di Milano e Università Cattolica del Sacro Cuore di Piacenza, affonda le proprie radici nel progetto LIFE TTGG-The Tough Get Going, conclusosi nel 2022. Ma facciamo un doveroso passo indietro.

È il 2013 quando nasce il Product Environmental Footprint (PEF) dell’Unione Europea. Una metodologia che si pone l’obiettivo di valutare l’impatto di un articolo, considerando però l’intera filiera.

Un tracciamento che, in altri termini, uniforma in maniera concreta il calcolo dell’impronta ambientale dei prodotti, partendo dalle prime attività di produzione a quelle finali di fornitura.

Grazie alla Valutazione del Ciclo di Vita (LCA), un sistema per la misurazione delle impronte ambientali, la metodologia PEF tiene conto di diverse ma specifiche variabili.

Tornando a noi, è evidente come il progetto europeo LIFE TTGG si sia inserito perfettamente all’interno dello sviluppo di una filiera responsabile. Attenta, ovvero, a limitare i possibili effetti negativi sull’ambiente.

Per questo motivo, i produttori del settore lattiero-caseario hanno occupato un ruolo cardinale nella stipulazione delle medesime linee guida della PEF (Product Environmental Footprint Category Rules), tracciate nel 2018.

In particolare, il coinvolgimento del Grana Padano nel progetto ha contribuito a definire un programma per ridurre l’impronta ecologica dell’intera filiera. Capiamo perché.

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I produttori del settore lattiero-caseario hanno occupato un ruolo cardinale nella stipulazione delle linee guida della PEF (Foto: Consorzio Grana Padano)

Software SSDA: un impegno green genuino e concreto

Il software SSDA nasce e si sviluppa con l’obiettivo di migliorare l’efficienza dei processi produttivi caseari, riducendo al contempo l’impatto ambientale.

Ma in che modo il Consorzio si è affermato come protagonista dell’intera governance dello strumento? “Semplice” – tra virgolette – mettendosi a disposizione degli ingegneri e dei tecnici di Cattolica, Enersem e Politecnico per la raccolta dati.

Dalla fase di stalla al packaging, passando per la lavorazione in caseificio (per la quale Enersem ha messo a punto e brevettato alcune misure specifiche di efficientamento energetico), il Consorzio ha dunque comunicato tutti i dati relativi alla produzione.

Tuttavia, nonostante sia stato validato e testato sui contesti produttivi del Grana Padano DOP e del Comté DOP francese, il software SSDA è pronto a ottimizzare le prestazioni ambientali anche di altre filiere.

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Il software è l’unico strumento in grado di sostenere le decisioni ambientali dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta (Foto: Consorzio Grana Padano)

Un modello virtuoso di sostenibilità, adatto a tutte le DOP

Con questo nuovo accordo gli ingegneri di Enersem e il principale Consorzio di Tutela al mondo promuovono il primo e unico software in grado di sostenere le decisioni ambientali dei prodotti a Denominazione di Origine Protetta. Aiutandoli così nei processi di certificazione.

Come accennato poco sopra, infatti, sebbene il software sia stato creato appositamente per il Grana Padano e il Comté francese, lo strumento può essere adattato anche per la valutazione e l’ottimizzazione di altre filiere DOP.

Ed è così che Grana Padano diventa un modello virtuoso e d’eccellenza. Un modello capace di ottimizzare le prestazioni ambientali ed economiche delle aziende di altre filiere dell’agroalimentare tutelato europeo.

Questo significa che – con e le opportune specifiche – il software può infatti analizzare tutte le fasi del ciclo di vita di ogni prodotto di origine protetta. Il tutto dalla materia prima al confezionamento, indicando strategie e interventi di miglioramento e risparmio pensati ad hoc per ogni filiera.

Non a caso Matteo Zanchi, ad e responsabile sviluppo di Enersem, ha dichiarato: “Il nostro obiettivo comune è far capire quanto sia solido ed efficace lo strumento SSDA. È in grado di semplificare tutto il processo di certificazione ambientale e accelerare la transizione ecologica nel settore delle DOP, facendo per giunta risparmiare le aziende”.

Un’evoluzione naturale, insomma, del ruolo di pioniere che il progetto Life TTGG ha avuto nel promuovere la sostenibilità nel settore lattiero-caseario italiano.

Coadiuvando le aziende nei processi di certificazione, il software si propone come protagonista per il raggiungimento di alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030.

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