Un vigneto di 7 ettari sul... tetto del nuovo aeroporto di Firenze
Per 5,9 milioni di viaggiatori l’anno, 38 filari di vite destinata all’uva e al vino saranno il biglietto da visita del futuro scalo “Amerigo Vespucci”
Il progetto del nuovo terminal internazionale dell’Aeroporto “Amerigo Vespucci” di Firenze-Peretola, nel cuore della più importante e rinomata area vitivinicola italiana, sarà arricchito da un vigneto della superficie complessiva di 7 ettari.
Il progetto è firmato dal famoso studio di architettura Rafael Viñoly, con sedi a New York (USA) e Montevideo (Uruguay), ma saranno due le fasi di realizzazione: la prima entro il 2026, la seconda non più tardi del 2035.
La vigna sorgerà sul tetto dell’edificio principale e salirà dolcemente per ospitare sotto di sé un nuovo terminal aeroportuale con la capacità di gestire oltre 5,9 milioni di passeggeri internazionali l’anno.
Lo scalo, della superficie complessiva di 50.000 metri quadrati, sarà raggiungibile attraverso varie opzioni di trasporto multimodale, tra cui un nuovo sistema di metropolitana leggera che darà vita a un interscambio rapido e sostenibile di collegamento dall’aeroporto al capoluogo della Regione Toscana e all’intero territorio, e viceversa.
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Pista allungata e rieorientata di 90 gradi per servire al meglio la moderna aeronautica
Una delle principali innovazioni del progetto è il riorientamento della pista dell’infastruttura esistente, che è oggi troppo corta per le esigenze della moderna aeronautica e che è influenzata negativamente dalle colline vicine che ne limitano l’operatività in fase di decollo e atterraggio.
In questa nuova concezione, la pista sarà allontanata dalle alture circostanti attraverso una rotazione del nastro d’asfalto di 90 gradi e ne sarà allungato lo sviluppo.
Lo schema architettonico prevede che uno dei vigneti, che sono un elemento ricorrente del panorama della zona rurale attorno Firenze e che incarnano un’importante realtà produttiva e artigianale, sia in realtà soltanto una piccola porzione del sistema di parchi e giardini da creare intorno al nuovo aeroporto e che esso sia “staccato” parzialmente dal terreno per accogliere l’edificio del terminal sotto di esso.
Strutture lineari in calcestruzzo prefabbricato dovranno contenere il terreno e i sistemi irrigazione, funzionali alla raccolta dell’uva e alla produzione del vino.
L’impianto sarà sollevato da una rete di colonne ramificate che preserveranno la flessibilità del layout per gli elementi interni del terminal, in particolare quelli portanti.
L’area vitata posta sul tetto sarà più alta nella parte più vicina alle piste e andrà a curvare progressivamente spostandosi verso la periferia dello scalo.
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38 filari degradanti inframmezzati da lucernari per garantire luce naturale a chi viaggia
Inframmezzati fra ciascuna di queste strutture inclinate e sopraelevate (38 in tutto, con una larghezza di 2,8 m e una lunghezza compresa tra 455 e 570 metri) troveranno posto dei lucernari isolati di 1,2 m di larghezza, che inonderanno gli interni di luce naturale.
La sezione trapezoidale delle strutture (più stretta in basso che in alto) aumenterà l’angolazione attraverso cui il cielo toscano potrà essere osservato dal basso dai viaggiatori in transito all’interno dello scalo internazionale “Amerigo Vespucci”.
A Peretola in tutto ci saranno pertanto 38 filari di vigneti produttivi che cresceranno sul tetto dell’edificio, fornendo eccellenti caratteristiche di isolamento termico e che contribuiranno alla valutazione di sostenibilità LEED Platinum dell’edificio.
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Un’enorme superficie invisibile dal Duomo del Brunelleschi affidata all’agricoltura locale
La raccolta delle uve, la vinificazione e la creazione del vino saranno curate da una delle principali aziende agricole fiorentine.
Il “nettare degli dei” locale sarà lavorato e invecchiato sul posto in cantine specializzate collocate sotto l’area in cui il terreno inizia a digradare fino a diventare il tetto del terminal stesso.
La difficoltà del progetto consiste però nello studio della distribuzione del peso del campo vitato, del drenaggio e del carico del vento.
Dal punto di vista produttivo, si dovrà inoltre tenere conto anche della variabile legata al microclima di una zona pianeggiante come quella aeroportuale.
Questa enorme superficie verde, che nasconderà alla vista il terminal quando lo si osserverà dal tetto del Duomo di Filippo Brunelleschi e da altri punti panoramici di rilievo del capoluogo toscano, non servirà soltanto come nuovo punto di riferimento per il futuro sostenibile di Firenze, ma anche come simbolo delle tradizioni, della storia e dello spirito innovativo che continueranno a guidare l’economia italiana nel XXI secolo.
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“Piazza” interna sulla quale far confluire arrivi e partenze insieme anziché separatamente
Il design del nuovo aeroporto della città gigliata, frutto dell’inventiva dello studio di architettura Rafael Viñoly, creerà anche un senso immediato del luogo in cui ci si trova e migliorerà l’esperienza dei passeggeri.
Gli scali aeroportuali sono infatti spesso luoghi confusi in cui muoversi (o “non luoghi” per dirla con il filosofo francese Marc Augé) e che mancano di un punto di riferimento esperienziale a causa del modo in cui le aree Arrivi e Partenze sono solitamente disposte, una accanto all’altra o impilate verticalmente.
Collocando gli arrivi e le partenze uno di fronte all’altro in un ampio spazio pubblico, ad esempio una “piazza” al centro del nuovo terminal, il progetto organizzerà al meglio tutta la circolazione in entrata e in uscita dall’aeroporto e l’accesso ai mezzi di trasporto pubblico, ai parcheggi e ai negozi che serviranno la comunità locale e i viaggiatori.
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Per i passeggeri in transito spostamenti ridotti e collegamenti visivi con la loro destinazione
Su un lato di questo spazio pubblico, l’area del check-in di Firenze-Peretola condurrà a una serie di scale mobili che saliranno per 8 metri fino a una piattaforma contenente i servizi di immigrazione, i duty free, i ristoranti e le lounge.
La piattaforma prevista si collegherà alla “piazza” interna e alle sale degli arrivi per raggiungere l’ampio atrio per le partenze, i cui gate e la cui copertura completamente in vetro si affacceranno sulla pista e sulle colline vicine.
Tutto ciò perché questa disposizione creerà un modello di flusso dei passeggeri sempre molto chiaro e intuitivo, perché i viaggiatori potranno mantenere un collegamento visivo con la loro destinazione.
Ad esempio, i passeggeri in arrivo potranno vedere le uscite del terminal sulla “piazza” fin dal momento in cui scenderanno dal jetway collegato al loro aereo.
Infatti, la distanza che dovranno percorrere prima di raggiungere il grande spazio pubblico e le sue opzioni di transito multimodale è stata ridotta il più possibile, a beneficio di chi viaggia.
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