L’edilizia sostenibile inizia dai bagni pubblici: il progetto in Sri Lanka

“The Lanterns”: ecco come toilette e latrine di una scuola cingalese illuminano il futuro della sostenibilità nelle costruzioni a livello globale

Edilizia sostenibile: un progetto che parte dai bagni pubblici
I nuovi bagni del Dharmaraja college a Kandy, in Sri Lanka, sono il frutto di 20 anni di ricerche sull'edilizia sostenibile (Foto: EPFL/RAW Robust Architecture Workshop)

Quando si pensa all’edilizia sostenibile vengono subito in mente esempi di grande architettura come il Bosco Verticale dello Studio Boeri o il Nuovo Campus SANAA dell’Università Bocconi di Milano. La rigenerazione urbana, però, può passare anche da strutture popolari e d’uso comune come i bagni pubblici, e può dare vita a strutture economiche, vivibili e costruite con materiali locali e sostenibili.
Il progetto di Paolo Tombesi e Milinda Pathiraja nasce proprio con questo obiettivo: dimostrare che la progettazione sostenibile può confrontarsi anche con la fattibilità economica dei progetti, e portare nuova linfa al settore edilizio dei Paesi in transizione economica.

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Edilizia sostenibile ed economica: il progetto in Sri Lanka
La rigenerazione urbana dei Paesi in via di sviluppo inizia dai bagni pubblici dello Sri Lanka: il progetto svizzero del Politecnico Federale di Losanna (Foto: EPFL/RAW Robust Architecture Workshop)

L’edilizia sostenibile deve partire dalle infrastrutture davvero essenziali

Paolo Tombesi e Milinda Pathiraja si sono incontrati per la prima volta nel 2010, all’Università di Melbourne: allora il professor Tombesi, che oggi è Direttore del Laboratorio di Costruzione e Architettura (FAR) del Politecnico Federale di Losanna in Svizzera, era docente di Costruzioni nell’Ateneo australiano, e seguì da supervisore la tesi di laurea di Pathiraja.

Il lavoro dello studente si concentrava sulla possibilità di utilizzare la progettazione architettonica reale per la definizione delle politiche edilizie nelle economie in via di sviluppo, un campo di studio che è al centro della ricerca più recente del Professor Tombesi in materia di edilizia sostenibile.

Il loro progetto, che si basa sulle acquisizioni di vent’anni di ricerca sulla ristrutturazione industriale, è stato inaugurato il 14 luglio 2023 a Kandy, una città nel cuore dello Sri Lanka: si chiama “The Lanterns” ed è il nuovo bagno del Dharmaraja College, la vecchia scuola di Milinda Pathiraja.

L’attività edilizia nelle economie in transizione come lo Sri Lanka è frammentata in mercati con diverse capacità economiche e culturali”, afferma Pathiraja, che sarà visiting fellow presso il Laboratorio di Costruzione e Architettura (FAR) dell’EPFL fino alla primavera del 2024.

Le infrastrutture sociali essenziali come i bagni pubblici sono solitamente posizionate in fondo alla scala dei valori”, spiega, “ma se pianificata strategicamente, la progettazione di tali infrastrutture può essere utilizzata come un’opportunità per diffondere l’innovazione e introdurre stimoli basati sulla pratica per il necessario rilancio della cultura edilizia locale”.

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Rigenerazione urbana nei Paesi in via di sviluppo: il progetto
L’involucro di cemento della volta dei nuovi bagni pubblici di Kandy, nello Sri Lanka: un esempio concreto che punta a ispirare l’intero comparto (Foto: EPFL/RAW Robust Architecture Workshop)

Le lanterne: la rigenerazione urbana ideale nelle economie in transizione

I due blocchi che danno forma al progetto The Lanterns, all’apparenza, sono molto semplici: la copertura è costituita da due volte in ferrocemento e le pareti esterne sono assemblate da blocchi di cemento forati. Dove prima c’erano muri di cemento sporchi e soffocanti, ora c’è un ambiente spazioso, ben ventilato e illuminato dalla luce naturale.

Abbiamo ricevuto feedback molto positivi da quando sono stati aperti i nuovi servizi igienici“, afferma Pathiraja. “Le ambizioni di design industriale del nostro progetto si adattano bene ai miglioramenti che abbiamo ottenuto in termini di prestazioni ambientali e comfort”.

Quello su cui Pathiraja e Tombesi lavorano da oltre vent’anni ha un obiettivo comune: unire pratica e ricerca per testare concretamente le ipotesi in grado di migliorare la pianificazione industriale nelle economie in transizione.

I blocchi di servizi igienici di Kandy rappresentano l’ultima, e finora la più sviluppata, applicazione delle loro idee strategiche e sono particolarmente rilevanti per le sfide che il Paese sta attualmente affrontando.

Il nostro progetto pilota non riguardava solo la costruzione di servizi igienici”, afferma Pathiraja. “Ci ha anche dato la possibilità di dimostrare che è possibile progettare e costruire in modo sostenibile in Sri Lanka tenendo conto delle condizioni industriali, delle sfide e delle aspettative del Paese”.

Il linguaggio dei componenti in calcestruzzo utilizzati nel nostro progetto”, spiega, “mira a trovare il giusto equilibrio tra pratiche di costruzione organizzate dall’industria e dall’artigianato e coltivare nuove ‘tradizioni’ edilizie economicamente sostenibili ed ecologiche per i paesi soggetti alla pressione dell’urbanizzazione, a materie prime limitate e vincoli finanziari.”

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Edilizia sostenibile: il progetto dell'EPFL in Sri Lanka
La manovalanza prestata al progetto dall’aeronautica militare al lavoro: affinché l’edilizia sostenibile si diffonda realmente, bisogna trasmettere competenze e sfruttare i materiali locali (Foto: EPFL/RAW Robust Architecture Workshop)

Edilizia sostenibile e locale al prezzo di appena 400 dollari al metro quadrato

I vincoli erano chiari sin dall’inizio del progetto: dato il triste stato dell’economia dello Sri Lanka, i ricercatori dovevano essere attenti ai costi. Come spiega Pathiraja: “Lo Sri Lanka sta attualmente attraversando una crisi economica che comporta un esaurimento delle sue riserve finanziarie, un calo dell’attività edilizia e un drastico calo delle importazioni di materiali”.

Una sfida complessa, ma anche stimolante: “Ciò sta aprendo opportunità per riportare in auge il know-how edilizio post-indipendenza”, spiega Pathiraja, “in particolare per quanto riguarda i metodi di prefabbricazione locali”. Questa situazione, inoltre, “incoraggia l’uso di materiali locali con un’impronta di carbonio minore”.

Le risorse locali hanno infatti sostituito i materiali da costruzione più comuni, come alluminio e vetro, che richiedono catene di approvvigionamento globali e che consumano una quantità significativa di energia grigia (cioè quella necessaria per produrre, trasportare e smaltire un prodotto).

La vera sfida, qui, è quella di sviluppare un’edilizia sostenibile che sia accessibile ed economica: “Ad esempio, i tetti a volta in ferrocemento combinano efficienza dei costi, facilità di manutenzione, facilità di invecchiamento e basso contenuto di materiale con una migliore raccolta dell’acqua, sensazione volumetrica, ventilazione del camino e resistenza agli atti vandalici”, spiega Pathiraja.

I nostri servizi igienici as-built”, spiega il Professor Tombesi, “soddisfano standard di progettazione rigorosi e riescono a contenere il costo complessivo a 400 dollari al metro quadrato, compresi gli apparecchi sanitari”.

Data la necessità di questo tipo di programma in tutto il Paese, è probabile che le lezioni che abbiamo imparato saranno riprese da altri”, conclude Tombesi.

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Rigenerazione urbana: il progetto svizzero in Sri Lanka
La rigenerazione urbana e la sfida della fattibilità economica: il progetto dell’EPFL in Sri Lanka (Foto: EPFL/RAW Robust Architecture Workshop)

I bagni pubblici di Kandy come vero stimolo per un’edilizia più sostenibile

I nuovi servizi igienici, battezzati non a caso “Le Lanterne”, puntano a essere una luce capace di ispirare l’intero comparto edile del Paese, e non solo. Lo Sri Lanka, in tal senso, sarà il trampolino di lancio per un progetto di ricerca molto più vasto.

Da qui al 2024, Pathiraja lavorerà con Tombesi su un’analisi del ciclo di vita delle strutture commerciali convenzionali costruite negli ultimi anni lungo le arterie stradali dello Sri Lanka. I risultati dell’indagine saranno quindi confrontati con quelli che si sarebbero ottenuti applicando l’approccio costruttivo dei bagni di Kandy. L’obiettivo è quello di dimostrare che le giuste strategie industriali possono essere competitive in termini di qualità architettonica, costi e impatto ambientale.

Le dinamiche che si stanno sperimentando in Sri Lanka potrebbero essere presto applicate ad altre regioni del mondo. L’idea che si possano stimolare le pratiche dell’edilizia sostenibile a partire dai bagni pubblici di una scuola superiore può sembrare un progetto ambizioso, ma i due ricercatori sono ottimisti: “Un viaggio globale inizia con piccoli passi a livello locale”, afferma Tombesi.

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Edilizia sostenibile: i bagni della vecchia scuola superiore del Dottor Milinda Pathiraja diventano un esempio globale di edilizia sostenibile ed economica
I bagni della vecchia scuola superiore del Dottor Milinda Pathiraja diventano un esempio globale di edilizia sostenibile ed economica (Foto: EPFL/RAW Robust Architecture Workshop)